"Sarò ricordata per quello che ho fatto. E per quello che non ho fatto.
Sarò ricordata per il mio caos."
È stato amore a prima vista con Tiffany McDaniel dopo la lettura del suo romanzo d'esordio "L'estate che sciolse ogni cosa", sentimento che è diventato vero amore con il secondo "Sul lato selvaggio" e ora, dopo la lettura dell'ultimo "Il caos da cui veniamo" posso dire che è devozione totale la mia nei confronti di questa giovane autrice veramente troppo brava.
Il libro, edito da Atlantide e di cui conserverò con gelosia la copia numerata (non provate a chiedermi in prestito i libri di Tiffany), si apre con una dedica alla madre della scrittrice alla quale si è ispirata per il personaggio principale, Bitty detta "l'indianina", stesso nomignolo con cui veniva chiamata la madre.
Bitty è la quarta figlia dei Lazarus: un padre di origine pellerossa, forte e sognatore, creatore di mille e mille fantastiche storie, una madre bellissima e smarrita, prigioniera di sé stessa e dei propri fantasmi e i tanti fratelli e sorelle, ognuno dei quali porta con sé desideri e segreti inconfessabili.
Bitty "l'Indianina", come viene chiamata affettuosamente da suo padre, cresce nella cittadina di Breathed, Ohio, tra odio, amore, pregiudizi e magie invisibili, coltivando il sogno di diventare scrittrice.
Attraverso lo sguardo e le parole di Bitty seguiamo la vita di tutti i componenti di questa famiglia, bellissima e orribile allo stesso tempo, tutte anime segnate da segreti e dolori inconfessabili di cui Bitty ne diventa testimone, complice o involontariamente colpevole.
La McDaniel riesce a mostrare la meraviglia anche dentro a un mucchio di letame, a trovare la luce nell'oscurità, a raccontare il bello e il brutto dell'essere umano, sempre conviventi. Il torbido e il bestiale , l'estremo e lo sconvolgente. Racconta storie che non vorresti mai leggere ma da cui non riesci a staccarti.
E' come se avessi un pugnale sempre conficcato nel cuore, che ogni tanto rigira facendoti rabbrividire e altre volte lo estrae, dandoti un po' di sollievo.
Ne esci sempre arricchito, consapevole delle brutture del mondo ma anche di quanto può essere meravigliosamente bello l'animo umano.
Caos. Un termine che indica confusione, disordine, un caleidoscopio infranto d'irrequietezza. In fisica designa ciò che esiste prima della creazione dell'universo:
il nulla informe. Nella mitologia greca, Caos è l'essere primigenio.
Qualcuno può pensare che la mia famiglia corrisponda a tutto questo. Una madre e un padre in un vortice di irrequietezza. Figli che vivono nel disordine, nella confusione assoluta. Questo siamo noi. I Lazarus. Un caleidoscopio infranto. Si, forse siamo il caos. Ma è stato una meraviglia esserlo."
5/5
Comments