Credo non ci sia autrice giovane più controversa di Ottessa Moshfegh.
Nelle critiche alle sue opere leggo spesso pareri contrastanti: da una parte chi vorrebbe scagliare il libro dalla finestra dopo poche pagine, dall'altra chi ne esalta il talento parlando di "capolavori".
Una cosa quindi è certa, la ragazza non lascia indifferenti.
E tra questi ci sono anche io. Avevo già letto "Il mio anno di riposo e oblio" (QUI la recensione) che ho trovato assolutamente godibile (anche se non entusiasmante come per molti) e ora con "La morte in mano" mi ha definitivamente convinta e conquistata.
Più ci ripenso e più mi è piaciuto. Come se si fosse instillato sotto pelle e piano piano uscisse fuori con tutti gli interessanti spunti che si trovano al suo interno.
Vasta, una anziana signora settantenne, dopo la morte del marito, sceglie di trasferirsi, sola con il suo cane, in uno sperduto paesino sul lago.
Tutti i suoi giorni sono scanditi da una noiosa routine, fino a quando durante una passeggiata trova un bigliettino in mezzo al bosco...
"Si chiamava Magda. Nessuno scoprirà chi l'ha uccisa. Non l'ho uccisa io.
Qui c'è il suo cadavere"
Da questo momento, Vasta comincia a farneticare molte congetture, monta un caso, tutto nella sua testa, crea una storia nella storia e si concentrerà solamente sulla vita e morte di Magda.
In tutto questo, attraverso continui flashback, ripercorrerà la sua vita con il marito, scoprirà sentimenti nascosti e riporterà a galla situazioni taciute, proprio mentre cercherà di risolvere il caso che lei stessa ha montato.
Con una abilità narrativa che non scopro certo io, mette in scena un thriller psicologico in cui la protagonista si ritrova sia vittima che artefice, alle prese con i fallimenti della sua esistenza e con una solitudine cercata, che è spesso tema ricorrente della scrittrice americana.
Niente male davvero questo romanzo della Moshfegh che si conferma ottima coinquilina di quella schiera di giovani autrici d'oltreoceano molto promettenti e talentuose che ci stanno regalando grandi soddisfazioni.
4/5
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