Un mese sull'isola: ottobre
- thebloodyisland
- 31 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min

"Ottobre, infinito candore
La nostra adolescenza appesa ai moti altalenanti del cuore
La fuga diventava unica e sola via d'uscita
Un tuffo al buio necessario negli abissi di una nuova vita
Quel crocevia, un'imminente decisione da prendere
Piuttosto che il limbo, avrei scelto l'inferno
Fosse stato il prezzo della libertà"
"Ottobre" - Carmen Consoli

Il cantante degli EELS che scrive un libro, e un titolo che mi ha chiamata alle mie responsabilità: acquisto a scatola chiusa.
Come fa un giovane a sopravvivere alla morte di tutta la sua famiglia e riuscire a dare un senso alla propria vita? Questa l'esperienza di vita dello scrittore /cantautore della band di culto degli anno '90, che ripercorre con lucidità le sue vicissitudini.
Scrittura a tratti un po' acerba ma molto piacevole.

Un libro per chi ama i memoir, un "classico" del genere, se così si può dire.
Con una lingua schietta e pulita la scrittrice ci racconta la sua infanzia in una famiglia disfunzionale, disperata e al contempo felice, un'infanzia dura e consapevole, segnata da abusi e violenze ma anche di una commovente forma di amore.

È sempre il momento giusto per leggere David Grossman ma questo, forse, più giusto di altri.
In questa raccolta di discorsi e interviste lo scrittore israeliano parla di guerra ma soprattutto di pace e ci stimola come sempre a riflettere sulla situazione in medio oriente e a immaginare un futuro, anche se quasi utopico, di pace.

Aramburu è, per citare il "nostro" favoloso Niccolò Fabi, "una mano sugli occhi prima del sonno". E' una delicata carezza, un abbraccio caloroso. E' tenerezza ed eleganza.
In questo caso riesce a parlare di un tema terribile e indicibile come la morte di un bambino (tratto da un evento realmente accaduto) e della sofferenza di un nonno che non riesce a capacitarsi della perdita, senza cadere nel sensazionalismo. L'autore opta per un approccio misurato, permettendo ai lettori di immergersi nel dolore senza sentirsi sopraffatti. Esplora il tema del lutto senza cadere nel melodrammatico.
Non al suo massimo dei massimi ("Patria", per intenderci) ma sempre una delizia.

Sto recuperando, in ritardo sui tempi, i libri candidati al Premio Strega di quest'anno e questo mese è stato il turno di "Invernale" di dario Voltolini. Non conoscevo l'autore, non avevo idea di cosa aspettarmi. Ho trovato una voce certamente singolare ma un po' costruita, la storia di un lutto raccontata in maniera decisamente nuova ma emotivamente poco coinvolgente. Forse dovrei cercare di consocere meglio questo autore, ho come l'impressione che mi possa piacere davvero, ma non questa volta.

Premetto che io adoro Ellis (quindi il mio non sarà un parere veramente obiettivo) ma avevo questa grande mancanza che era il non aver mai letto il suo romanzo d'esordio, quello che a soli 20 lo trasforma icona e voce di quella che viene definita MTV generation. Ci sono già tutti i temi a lui cari e le ambientazioni che ritroveremo spesso, così come i protagonisti: giovani ricchi californiani superficiali, annoiati e amorali.
C'è sesso e droga a bizzeffe ma anche tanta solitudine e dolore; in un libro praticamente senza trama riesce a dare vita al ritratto di una generazione perduta.

Esce un nuovo libro di Daniele Mencarelli e gli si da come sempre fiducia e lui, come sempre, non delude. Con la sua innata capacità di parlare di grandi temi narrando storie comuni, ci porta nella sua Roma, in quella periferia che sa così bene descrivere insieme al protagonista di questa storia, che a Roma ritorna dopo aver fatto successo a Milano. Si parla di sogni raggiunti, di sogni irraggiungibili, di amicizia e fratellanza. Di cosa vuol dire appartenere per sempre a un luogo, anche quando si decide di lasciarlo per sempre.

Ottobre è stato il mese di Aramburu.
In questo caso una raccolta di suoi scritti in cui ci parla di ricordi, testi legati alla sua vita, alla sua terra e alle sue esperienze in genere, con la solita, delicata sensibilità.
In aggiunta, ci regala citazioni e rimandi ad autori e a libri che hanno segnato la sua vita.
Ogni pezzo è una finestra aperta su esperienze personali, eventi significativi e riflessioni profonde che, insieme, danno vita un ritratto vivace e autentico dell'autore.

Se c'è un posto del quale non ho mai subito il fascino, e so di essere in questo parecchio atipica, quello è l'India. Non ho potuto però resistere nel leggere questo "diario di viaggio" del mio adorato Pier Paolo Pasolini , che ha visitato questo paese in compagnia di Moravia e la Morante nel 1961 e dopo il quale ha voluto raccogliere le sue riflessioni su un paese che lo ha affascinato ma anche turbato. Con la sua incredibile capacità di critica e acume, non si ferma alla prima apparenza, raccontandoci un popolo che sorride ma non è felice, povero ma interiormente ricco e talmente tollerante e mite da essere incapace di cambiamento. Non mi ha fatto venire voglia di andare in india ma di continuare a leggere Pasolini sempre e per sempre.

Tutti i libri di autori morti giovani e suicidi sono spesso destinati a diventare libri culto e "Trilobiti" di Breece D'J Pancake ne è l'esempio massimo. Il giovane scrittore ha scritto in vita sua solo i 12 racconti che fanno parte di questa raccolta, pubblicata postuma, e non si può che intristirsi pensando a ciò che avrebbe potuto ancora scrivere. Tutti ambientati nella regione depressa dei monti Apalachi, quella in cui è cresciuto Pancake, raccontano di vite ai margini e allo stesso tempo così vere. 12 perle di feroce delicatezza. Se lo leggerete sappiate che il racconto che dà il titolo alla raccolta vi spezzerà il cuore. Io vi ho messo in guardia.
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