Un mese sull'isola: Luglio
- thebloodyisland
- 1 ago
- Tempo di lettura: 3 min

I PRIMI DI LUGLIO - EUGENIO MONTALE
Siamo ai primi di luglio e già il pensiero è entrato in moratoria.
Drammi non se ne vedono,se mai disfunzioni.
Che il ritmo della mente si dislenti,questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni.
Meglio si affronta il tempo quando è folto,mezza giornata basta a sbaraccarlo.
Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia e l’idraulico è in ferie.

Non ho resistito. Avrei dovuto ascoltare questo libro e non leggerlo.
Ascoltarlo letto proprio da lei, un binomio inarrivabile. La voce calda, bassa e vellutata di Concita, che potrebbe leggere anche l'elenco telefonico e la ascolterei.
Non ho resistito e l'ho letto. Una lettura piacevole ed elegante, un racconto intimo e riflessivo che mette in luce le relazioni tra madri e figlie.
Concita, una intellettuale di riferimento. Sempre una certezza.

"È stato proprio quello che doveva essere» aveva detto un soddisfatto Truman Capote ai giornalisti alla fine della serata. «Volevo solo dare una festa per i miei amici». "
La festa di cui parla è il party in bianco&nero che lo scrittore ha organizzato nel 1966 a Manhattan, un party memorabile, di cui ancora si parla, e di una lista segreta di invitati
che comprendeva reali, imprenditori e star del cinema.
Il libro è il racconto "giornalistico" della preparazione del party del secolo ma anche una cronaca di costume e ritratto antropologico di quel tempo. Una lettura scorrevole e intrigante ma un po' troppo "leggera", al limite del frivolo, come il mondo di cui parla. Bene ma non benissimo.

"Ho deciso di scrivere questo libro per raccontare la storia d'amore piú drammatica e potente in cui mi sia imbattuto" queste le parole di Saviano.
E come lo fa bene. Con l' intensità e la cura che lo hanno sempre contraddistinto.
Quella di Rossella Casini, giovane piena di vita, è una crudele storia d'amore in cui si ha la certezza che proprio nell'amare risieda l'unica possibilità di verità e di senso.
Lo scrittore sceglie la via del romanzo per narrare, scavando tra gli archivi e gli atti giudiziari, una storia di ’ndragheta e sangue della Calabria degli anni Ottanta.

Il racconto di una vita tra identità maschile e femminile, o meglio di una vita nel corpo sbagliato. Lucy Sante ci consegna il suo secondo libro autobiografico ( il primo scritto prima del cambio di genere, quando era ancora Luc Sante ) e lo fa con una voce brillante, ironica, profonda. Un libro su una presa di coscienza tardiva ma necessaria, una testimonianza significativa e fuori dal comune di una donna finalmente libera.

Paolo Nori è Paolo Nori, non saprei come altro definirlo. Un personaggio unico, dalla voce talmente personale da non assomigliare a nessun'altro, uno scrittore che riesce senza virtuosismi a raggiungere livelli altissimi di letteratura. Uno che riesce a raccontarti Dostoevski o la poesia russa attraverso un goal del Parma o le parole di sua nonna Carmela. Uno così.

Tornato in libreria da non molto grazie alla casa editrice De Piante, questo brevissimo romanzo datato 1929 è un mazzata nei denti, qualcosa di davvero trasgressivo e provocatorio, per i tempi. Caldwell racconta la società arcaica del Sud dove era nato, i suoi retaggi culturali, dal patriarcato al senso dell’onore e al razzismo, ma in modo estremamente crudo, direi estremo. Ci mostra l’orrido e la depravazione fregandosene di censure e di scandali. Un libro che oggi non uscirebbe, giustamente, indenne da critiche in quanto "invecchiato male", ma comunque una lettura fuori dal comune.
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