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C.

non si giudica un libro dalla copertina

Aggiornamento: 28 gen 2022


La storia di questo romanzo atroce e straordinario è la storia di uno scandalo.”


Arriva prima la storia di come è nato questo libro, che la storia che questo libro racconta.

Ed è anche uno dei motivi per cui penso molti si approccino a leggerlo, rischiando poi di abbandonarlo in corsa perché credetemi, è lettura per stomaci forti.


Datato 1946, il libro nasce da una chiacchierata tra l’editore Jean D’Halluin e Boris Vian; l’editore francese era alla caccia di un “romanzo americano”, visto il successo ottenuto in Francia, in quel momento, dagli autori d’oltreoceano.

Vian gli propone quindi di scriverglielo lui, in quindici giorni e meglio di un americano.


Nasce così uno scrittore di finzione, dal nome Vernon Sullivan, con cui firma lo scabroso “Sputerò sulle vostre tombe”.


Il libro vende tantissimo nel giro di pochi giorni segnando l'inizio ma anche la fine della carriera dello scrittore, in quanto diventa soggetto di censura suscitando uno scandalo tale da condannare lo scrittore, obbligato a rivelare la sua identità, per offesa alla morale e a un enorme risarcimento.


Ma di cosa parla questo libro?

Lee Anderson, negro dalla pelle bianca, vuol vendicare l’assassinio del fratello.

Ottenuto un posto di gestore di una libreria, entra a far parte di una cerchia “bene” di bianchi. Assieme a Dex, amico rivale, dopo varie scorrerie dentro e fuori Buckton, progetta di far perdere completamente la testa e sedurre le splendide, gelide e inavvicinabili sorelle Asquit e portare a termine il suo piano atroce.

La storia è crudissima, scritta con una freddezza glaciale in prima persona dal protagonista, uomo accecato dal desiderio di vendetta, tanto da rivolgerla verso persone innocenti ma colpevoli di appartenere a una elìte bianca che vorrebbe annientare. Lee si accanisce nello specifico sulle donne, ragazzine giovani, quasi bambine, che conquista e sfrutta, fino a un epilogo tragico.

È un libro che descrive al meglio i suoi tempi, quelli della generazione dei “belli e dannati”, del sesso facile, alcool fino allo sfinimento, violenza spudorata.

Ho letto molte cose forti ma vi assicuro che la sincerità con cui si esprime il protagonista, la descrizione di certi atti di violenza, soprusi e abusi, rendono la lettura di questo brevissimo libro, un’impresa non facile.

Coraggioso, spietato, affronta il tema del razzismo mettendo in luce una società di bianchi privilegiati violenti, serenamente razzisti, vuoti e superficiali, portandoti quasi a giustificare l’atto di Lee.

Questa forse è la cosa che più ha fatto male alla società che lo lesse e che per questo, si è vendicata.


3/5

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