Quest'anno mi sono riproposta di leggere tutti i dodici finalisti del Premio Strega.
Non sarà una compito facile e probabilmente non ci riuscirò, ma intanto, almeno per questi due brevi romanzi sono soddisfatta della strada intrapresa.
Due piccole perle, due autori a me sconosciuti, che finalmente ho scoperto e che hanno in comune , oltre ad una grande capacità, uno stile unico e una scrittura elaborata, non immediata ma assolutamente interessante. Mi sono ritrovata spesso incantata da alcuni passi di questi originali autori.
DUE VITE di EMANUELE TREVI
Comincio da quello che più mi ha entusiasmata. Un saggio in cui l'autore ci racconta della sua profonda amicizia con due scrittori italiani (anche in questo caso a me sconosciuti) entrambi prematuramente scomparsi: Pia Pera e Rocco Carbone, ripercorrendo le loro vite, le loro carriere e decantandone le qualità umane, con grande dolcezza.
"La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti " scrive Trevi e sembra proprio sia questo lo scopo del libro. Li vuole evocare, vuole farceli conoscere raccontandoli con grande ammirazione, stima e affetto.
Allo stesso tempo, con grande capacità, ci infila sue considerazioni sui molti argomenti trattati che ho trovato poetiche, emozionanti e spiazzanti. Riesce a intrecciare, con uno stile unico, la letteratura, l'amicizia e la vita.
Un libro tutto da sottolineare e soprattutto rileggere, per quanto sia illuminante e il cui unico difetto è quello di essere troppo corto.
Una grande scoperta.
4,5/5
IL LIBRO DELLE CASE di ANDREA BAJANI
Anche in questo caso si tratta di un romanzo breve ma qui il mio entusiasmo è un po' scemato.
Dopo un inizio che mi ha completamente coinvolta grazie ad una trama molto originale e una grande capacità di esposizione, mi è risultato un po' ostico verso il finale.
Bajani ci racconta di "Io", il protagonista, attraverso le case in cui ha vissuto gli attimi salienti della sua vita, con continui sbalzi temporali. Salta su e giù nel tempo e di casa in casa raccontandoci la sua infanzia, i suoi studi, la scoperta del sesso, il suo matrimonio...
Ho trovato l'idea e anche la realizzazione e intrigante, se non che dopo un inizio che ha acceso la mia curiosità, tutto è diventato un po' troppo frammentato creando molta confusione e facendomi perdere spesso il filo.
A mio avviso il romanzo si perde a causa di questi continui cambi di prospettive temporali (78 capitoli in cui si cambia continuamente anno e alloggio).
Per aiutare i lettori più distratti (per non dire pigri, come me) sarebbe forse stato utile un indice.
Oltre a questo la scrittura risulta molto schematica e minimalista , creando poca empatia e partecipazione nel lettore. Poco ci si affeziona ai personaggi, che già dalla presentazione (Io, Padre, Madre, Sorella...) risultano freddi e lontani.
Resta il fatto che Bajani ha grande abilità e nonostante la confusione, ha lasciato in me una piacevole sensazione. Una trama innovativa e originale.
3,5/5
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