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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


“Le mattonelle del bagno sono lisce e ghiacciate. Tutto è pulito alla perfezione,

come in una camera d’albergo pronta a ricevere l’ennesimo cliente.

Gli asciugamani rigorosamente bianchi, disposti secondo misura negli appositi sostegni, aspettano un nuovo ospite da accudire. Sono gli stessi che hanno avvolto e protetto il corpo di quell’uomo mostruoso che Lee non riesce nemmeno a nominare. Solo il monogramma «A. H.» sull’argenteria svela l’identità del proprietario.”


Serena Dandini.

L'ho sempre seguita per aver ideato e presentato programmi TV che ho amato molto e per i suoi interventi e approfondimenti sempre a favore delle donne.

Nelle vesti di scrittrice la ritrovo dopo averne letto solamente il suo "Catalogo delle donne valorose", che però romanzo non è, ma un elenco di storie di donne che per diversi motivi hanno lasciato il segno nella storia.

Anche in questo suo ultimo romanzo, "La vasca del Fuhrer" si parla di una donna valorosa: Elizabeth Lee Miller.

Modella americana nata nel 1907, figlia di un ingegnere amante della fotografia, divenuta lei stessa fotografa e inviata di guerra per la rivista Vogue.

E' stata allieva, modella e collaboratrice di Man Ray, famoso fotografo, pittore e grafico statunitense, con il quale ha cominciato a sviluppare la sua passione per la fotografia.

Uno spirito indomito, una donna che pur avendo avuto in dono una bellezza straordinaria, ha sempre combattuto per la sua libertà e per le sue passioni, quando avrebbe potuto godersi fama e notorietà nel comodo salotto di casa. Ha viaggiato per poter essere in prima linea e fotografare le atrocità della guerra.

A questo proposito, è rimasta famosa la foto che la ritrae nella vasca da bagno di Hitler, a Monaco di Baviera, scattata da un suo collega.

La guerra è appena finita, Hitler si è appena suicidato e la Miller, di ritorno dai campi di concentramento appena scoperti, stremata dalla fatica e dalla pena, si fa fotografare nella vasca del Fuhrer. Un'immagine scioccante e meravigliosa.

La storia è molto intrigante perché lo è la storia di questa donna, incredibile per l'epoca, antesignana di un femminismo ancora lontano dallo sbocciare. Ma il racconto della Dandini non convince appieno. Da un lato ci disvela la biografia di una vita, partendo appunto dalla foto menzionata, dall'altra si inserisce , a mio parere in maniera disturbante, allacciando sue esperienze di vita, che a tratti sembrano proprio fuori luogo.

Prende riferimenti accaduti alla Miller per raccontare un po' di sé. Un'operazione mal riuscita e poco interessante.

La biografia della Miller è di per sé una storia eccezionale e la presenza qua e là della scrittrice la si vive come un disturbo che toglie emozione al racconto. Ingombrante e inutile.

Intendiamoci, la Dandini è brava, addirittura più di quanto mi aspettassi, ma il filo narrativo si perde un po' con questi suoi interventi intrusivi.

Detto questo rimane un lavoro interessante che mi ha fatto scoprire un personaggio e una storia anticonvenzionale e unica, che supera le barriere del tempo.


"Alle donne non è concesso l'onore di una narrazione epica e nessun poeta ne canterà le gesta: Li-Li è solo una ragazzina nata nel 1907, ma è comunque pronta ad affrontare la battaglia che l'aspetta."


3/5


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