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C.

non si giudica un libro dalla copertina


Stefano Benni è una delle poche certezze che ho nella mia vita, a lui devo il mio amore per la lettura, iniziata da adolescente grazie a lui (e non solo); scrittore che non ho mai abbandonato e mai lo farò.

La sua capacità di farmi sorridere e commuovere è unica ed è riuscito in questo anche con il suo ultimo romanzo "Giura".

Anni fa, durante una presentazione, lo scrittore ci raccontò da dove è nata in lui l'incredibile fantasia che lo contraddistingue. Da piccolo veniva mandato dai suoi genitori al pozzo a prendere l'acqua, era buio, il pozzo era a diversi metri da casa e quel tragitto gli provocava, come è normale in un bambino, un'enorme paura. Ha cominciato così a immaginare, ogni volta che doveva sollevare il secchio dal pozzo, che all'interno apparisse ogni volta qualcosa di diverso, personaggi o oggetti immaginari. Ha così trasformato quella paura in una fonte di creatività che non lo ha mai abbandonato e che tuttora, alla sua veneranda età, è il suo dono più grande.

"Giura", come tutti i suoi lavori, è intriso di fantasia ma anche di realtà, di amore e di dolore.

E' la storia di Febo e Luna, due bambini che vivono a Trafiume, paesino immaginario quanto realistico, che si innamorano da piccoli di quell'amore destinato a non morire mai. Diversi eventi li allontaneranno nel corso delle loro vite, ma altri li faranno rincontrare e loro rivivranno per un po' quell'amore unico e immortale per poi lasciarsi di nuovo, ma mai veramente. Febo è rabbioso, un visionario sempre pronto a lottare per i suoi principi, Luna è empatica, generosa, attenta agli altri. Come due astri, vivranno lontani ma si sfioreranno nelle orbite delle loro vite.


"Non c'è niente di male nel desiderare, penso. Ma se hai ritrovato qualcosa che è più di un desiderio, che vale tanti desideri insieme, e riscopri un'attrazione che non vive nel tempo dell'attimo ma in quello della felicità possibile, qualcosa che potrebbe durare, be', quello è diverso, quello è di più. Tu senti che ci sono diversi tipi di amore e che bisogna scegliere. Prima o poi dovrai diventare uno che sa decidere."


Non mancano come sempre personaggi bizzarri, al limite del reale, dai nomi comici e sarcastici così come i luoghi, di fantasia ma non troppo, che danno vita a quell'universo surreale e poetico e a una storia intrisa di malinconia e amore. Benni ci mostra sì, un sentimento che non muore mai ma anche un mondo che intorno a quell'amore si degrada, destinato al contrario, al disfacimento.

Una satira verso gli "odioni" che facilmente possiamo identificare in alcuni politici dei nostri tempi e una lezione sul valore dei sentimenti e sull'attenzione a quel mondo che ci ospita e che ci siamo dimenticati di continuare ad amare.


"Coi soldi ti salvi sempre, meno che dall'infelicità."


Benni ci dice: trovate quell'amore, quel fuoco che vi rende umani e migliori e giurate di non abbandonarlo mai. Cosi come si giurano amore eterno due ragazzini innamorati.


5/5




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