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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


Joyce Carol Oates è probabilmente la scrittrice più prolifica di sempre, e non che questo sia sinonimo di qualità, ma in questo caso, pur non essendo una fan della prima ora, posso senz'altro dire, per esperienza, che le due cose vanno di pari passo.

Ha pubblicato più di 100 opere, tra saggi, romanzi, raccolte, poesie, testi teatrali, ecc.ecc. e io avendone letti solo due , posso solo dare giudizi molto parziali. Questi due comunque mi sono piaciuti, per cui non credo saranno gli ultimi.

Credo di poter affermare con giustezza che si tratta di un'autrice molto piacevole, sulla quale puoi andare sul sicuro. Una certezza, insomma. Quando vuoi iniziare un romanzo non troppo impegnativo ma neanche banale, sai di poterti fidare. Questa è la mia sensazione.


"Ho fatto la spia", ultimo romanzo uscito per La nave di Teseo, è proprio così, un romanzo piacevole, scorrevole, che dall'inizio alla fine non perde interesse. Con la giusta dose di gas, ti incolla alle pagine e solo nel finale, a mio avviso, perde un po' di intensità, ed è solo questo il motivo per cui il mio voto non sarà altissimo.


Violet Kerrigan, la più giovane di una numerosa famiglia che vive nella provincia americana dello stato di New York, scopre qualcosa che segnerà per sempre la sua vita: una sera i suoi due fratelli maggiori, ubriachi, investono un ragazzo afroamericano, lo colpiscono con una mazza da baseball e lo lasciano agonizzante sul ciglio della strada. Non ci sarà scampo per la giovane Violet, che si lascia scappare la verità e quindi verrà letteralmente abbandonata dalla sua famiglia, che la rinnega; si ritroverà esiliata per aver rivelato l'atroce segreto.


"Fu così che iniziò. E una volta iniziata, non si poté più fermare. Sarebbe diventata una questione di pubblico dominio: le spontanee, non estorte, puramente volontarie informazioni fornite alla polizia di South Niagara dalla sorella dodicenne di due dei sospettati per la morte di Hadrian Johnson. In questo modo fu deciso il resto della mia vita."


Nel romanzo si racconta quindi della sua vita, dal momento dell'accaduto fino all'età adulta, scoprendo il suo vero talento: quello per la fuga. E la sua grande capacità di sopravvivenza.


Oltre ad essere quindi una storia intrigante, è la struttura ad essere coinvolgente, alternando splendidamente la prima alla seconda persona, con grande capacità e senza creare confusione nel lettore.

Un romanzo molto attuale che ci racconta ancora una volta, e in maniera molto efficace, i lati più oscuri della società americana; la questione razziale, la provincia degradata e povera e un modello di società patriarcale ancora molto radicato.

Temi molto cari alla scrittrice americana, che alla veneranda età di ottantuno anni, pare non si sia ancora stancata di regalare perle.


3,5/5






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