Eshkhol Nevo è uno scrittore israeliano che apprezzo moltissimo. Dopo aver amato il suo "La simmetria dei desideri", che considero ancora il suo romanzo più riuscito, ero molto curiosa di approcciare il nuovo "Tre piani" perché la conferma non è mai cosa facile.
Ebbene, sono rimasta davvero piacevolmente colpita, soprattutto dall'esercizio di stile dello scrittore, che riesce a mettere in piedi tre storie diverse in maniera molto originale, che nel finale troveranno l'incastro e le giuste spiegazioni.
Non avendone letto nulla prima, infatti, mi sono approcciata al romanzo senza alcuna aspettativa o percorso da seguire pensando ad un certo punto addirittura di leggere un romanzo di racconti.
Solo nella terza e ultima storia, con molta maestria, ci viene spiegato il filo conduttore che lega le tre situazioni.
Si tratta infatti di tre storie ambientate nello stesso condominio, in un piccolo paese borghese alla periferia di Tel Aviv.
Ogni storia si svolge in un piano e ad ogni piano c'è il rimando alla teoria freudiana dei tre strati dell'animo: Es, Io e Super-io. Tranquilli, anche senza avere alcuna nozione di psicanalisi (come me) potete affrontare facilmente il romanzo.
Tre piani di questa palazzina, quindi e tre storie che si sfiorano, ognuna molto interessante e ben scritta, con tre protagonisti diversi, tutti scritti in prima persona che si raccontano e si confessano a diversi destinatari: al primo piano un padre al quale si annebbia la ragione al pensiero che la figlioletta possa essere stata molestata dal vicino anziano malato ai Alzheimer, al secondo (quello che ritengo abbia meno presa) una moglie sola che deve fare i conti con i sensi di colpa per un "tentato" tradimento e infine la storia che ho più amato, quello di una vedova ex magistrato, che parla al defunto marito lasciando messaggi ad una segreteria telefonica.
Un romanzo intimo dove l'autore con la solita grande capacità ci mostra la vita, i sentimenti, le paure e le fragilità umane.
Scorre velocemente e anche alcuni giorni dopo averlo finito lascia il segno. Una scrittura lineare, lucida, piacevole e mai noiosa. Cosa chiedere di più?
Davvero un piacere.
"Ma se c'è una cosa che le ultime settimane mi hanno insegnato, è che le persone sensate non esistono. E nemmeno le azioni sensate. Esiste solo l'azione che una persona specifica, in un momento specifico, deve compiere."
3,5/5
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