"È stato soprattutto mio figlio a prepararmi a questo mestiere, è stato mio figlio a mostrarmi, non a parole, ma con il suo modo di fare, che per natura siamo dei misuratori, e in ogni momento ci misuriamo l'un l'altro. Questo è il censimento che ha intrapreso lui nascendo, e in cui è tuttora impegnato. È stato il suo censimento a portarmi al nostro, al nostro censimento, al nostro viaggio a nord."
Che meravigliosa sorpresa è stato “Censimento” di Jesse Ball.
Libro e autore semi sconosciuti qui in Italia, mi è capitato fra le mani dopo averlo scambiato con uno sconosciuto. Lui ha voluto una vecchia edizione degli anni 90 di un libro horror (ebbene sì, sono cresciuta a pane e horror…ma un po’ come tutti) e io mi sono lasciata guidare un po' dall’istinto, un po’ dalle sempre belle copertine di NNE, ma a convincermi è stata la trama:
In un paese senza nome, un uomo decide di prendere un incarico misterioso: il censimento degli abitanti dalla città di A alla città di Z. L’uomo sa di non avere più molto da vivere e si mette in viaggio con il figlio, un ragazzo con la sindrome di Down, a cui è legato da un amore profondo e inesprimibile.
L’autore anticipa, in una breve ma toccante prefazione, che il romanzo è dedicato al fratello, morto a soli 25 anni, anche lui affetto dalla sindrome di Down, con l’intento di raccontarlo, di firmare un testamento d’amore per lui.
È un romanzo on the road al limite del surreale, il paese che i due percorrono su uno strano veicolo scassato non ha nome, così come le varie città, indicate solo con le iniziali che definiscono i vari capitoli, da A a Z.
Non hanno un nome neppure padre e figlio, o la madre clown scomparsa da anni e che li accompagna come ricordo durante tutto il viaggio.
Non c’è collocazione temporale o storica e il “censimento” è più una ricerca di ciò che ha valore nell’essere umano, una sorta di viaggio nella memoria, nella bellezza.
Incontrano persone, più o meno umane, gentili o bisognose in un viaggio che finirà alla lettera zeta, epilogo della loro vita insieme.
Ball con la sua penna tocca il cuore e lo fa con una scrittura poetica e irregolare, veramente unica.
"Il bisogno di consenso è l'aspetto più ripugnante e patetico del nostro mondo umano.
Non c'è nessuno che possa semplicemente vagare da solo sotto un drappo dipinto di sogni?"
Censimento è uno di quei libri che hanno il potere di stupire, complicato ma limpido, leggero ma profondo, un libro da comprendere, che arriva di lato , piano piano ma ti si ferma dentro.
Bello.
4,5/5
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