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  • C.

non si giudica un libro dalla copertina


"Avremmo avuto bisogno di meravigliose menzogne."


Cos’è successo a Michel Houllebecq?

In molti se lo sono chiesto dopo aver letto il suo ultimo e attesissimo romanzo “Annientare”.

Succede quasi sempre che il giudizio, di fronte a un’opera molto attesa e a uno scrittore ormai etichettato come scomodo e dissacrante (adoro la definizione che ne dà un mio amico :”lo scrittore dall’indelebile cuore nero nichilista”) sia vittima di preconcetti e poco obiettivo.

A Houellebecq poco si perdona: o viene tacciato di scrivere sempre lo stesso libro o di essere cambiato troppo.

Di sicuro quello a cui siamo di fronte è un Houellebecq diverso e addolcito ma penso ci si debba concentrare sul libro, ed esclusivamente su quello...e trovo che uno scrittore debba sì, mantenere un suo stile e riconoscibilità ma debba anche, per forza di cose, evolversi.


Il volume, innanzitutto, è un tomo di quasi 800 pagine, e per Houellebecq è già una novità, la sua scrittura è notevole come sempre ma forse rende meglio quando non supera le 250 pagine; il tono cambia davvero poco durante la lettura e questo la rende, a tratti, noiosa.

La trama non aiuta di certo: tra politica, matrimoni in crisi, terrorismo e malattia, Michel ha voluto toccare molti temi, alcuni alla sua vecchia maniera visionaria e cinica, altri in maniera più romantica e ottimista, ma forse sono proprio troppi. Alcuni non conclusi del tutto o poco approfonditi.

Il protagonista poi, non è certo un personaggio che ti si attacca alla pelle e, a parte un paio di colpi di scena, lo sviluppo della trama è abbastanza deludente.

Non manca anche stavolta di dire la sua sulla società, di fare un’analisi cinica della politica attuale, di ipotizzare scenari politici o terroristici visionari e del tutto credibili (e purtroppo non manca neanche il suo sguardo sessista che odio ma a cui riesco a passare sopra) e il suo tono sarcastico e disilluso ma a conti fatti è un romanzo che poco mi ha lasciato, eccessivamente lungo e dispersivo.


Ne emerge comunque un grandissimo autore che può scrivere quello che vuole e che sceglie di andare contro a ciò che ci si aspetta da lui, un po' invecchiato e intenerito forse, ma col desiderio e l'impulso di mostrate nuovi lati di sé.

Una sufficienza quasi scontata ma mi aspettavo di più.

Speriamo comunque non sia il suo l'ultimo libro.


3/5





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