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La Grande Bellezza


Da qualche parte ne ho letto una recensione dove veniva paragonato a "Parasite", e prima che urliate allo scandalo come ho fatto io, credetemi, una volta visto, capirete in che senso il paragone è corretto. Il film è "La tigre bianca", adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo firmato Aravind Adiga (vincitore del Booker Prize nel 2008) e diretto da Ramin Bahrani e, come Parasite, mostra un paese, in questo caso l'India, basato sulla corruzione, sulle iniquità, le ingiustizie e le disparità sociali e di come i poveri, per poter salire la scala sociale, devono "sporcarsi le mani e l'anima".

Se in Parasite erano parassiti, qui sono servi e, come è stato guardando la pellicola coreana, anche stavolta ti sentirai di giustificare quello che il giovane protagonista arriverà a fare, chiedendo vendetta per chi, dalla vita, riceve solo schiaffi in faccia.

«Per i poveri c'è solo un modo per arrivare in alto: i crimini o la politica»


La storia è quella di Balram Halwai, ragazzino nato in un villaggio poverissimo che si vede sfumare la possibilità di studiare e viene cresciuto nella convinzione di essere un servo e di non poter essere niente di più. Inizia a lavorare come autista di una ricchissima famiglia ma, dopo una serie di eventi, decide di ribellarsi ai padroni e al sistema stesso. Di realizzare un sogno e allo stesso tempo di vendicarsi di un paese marcio e di una società che si basa sulla corruzione e sul mantenimento del sistema delle caste, ormai ridotte a due: i padroni e i servi.

Un lungometraggio che racconta l'India meglio di tanti documentari, attraverso una storia epica che, grazie al suo umorismo nero, non si vergogna di svelare i peccati di una nazione, «che è due Paesi in uno: di luce e di tenebre».

La vita del protagonista, le disavventure che si troverà ad affrontare, si tramutano ben presto nello specchio che riflette i mali incurabili della società indiana, dei quali però diventa, suo malgrado, l’espressione.


A parte qualche ingenuità o retorica, l'ho trovato molto bello, dinamico, visivamente moderno, un'opera dall'anima orientale ma che strizza l'occhio (e non poco) all'occidente, un film da vedere.

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