"Amsterdam" è un film che a caldo non sono riuscita a spiegarmi.
Succedono talmente tante cose in questa pellicola, e ci sono talmente tanti personaggi che ai titoli di coda sono rimasta un po' stordita, senza parole. Mi sono sentita come in un limbo. Né entusiasta né delusa.
Il giorno dopo ho cercato di dargli un senso e anche se lo ritengo ancora un film dispersivo, troppo verboso e inutilmente lungo (come la maggior parte dei film dell'ultimo periodo), non tutto é perduto.
Il regista riesce a catturare lo spettatore con una spy-story accattivante, una fotografia monumentale e l'interpretazione di mostri sacri quali: Christian Bale (su tutti), Margot Robbie (della quale ti viene da dire che è di una bellezza planetaria ma che in realtà é pure un'ottima attrice ...una vera ingiustizia, insomma), Robert De Niro (in gran forma) e una lunga lista di altri nomi illustri.
La teatralità delle scene è a tratti stucchevole ma non insopportabile (un po' lo si potrebbe avvicinare a Wes Anderson ma meglio non scomodare personalità di un altro calibro) e il profondo messaggio antirazzista, antifascista, di fratellanza e di pace ci piace comunque molto.
Pervade un profondo senso di giustizia di chi si pone dalla parte di ciò che è giusto e non di ciò che è conveniente.
Nel finale ho pure scoperto che si tratta di un film basato su un fatto realmente accaduto e questo lo rende senz'altro più affascinante anche se la trama è totalmente inventata.
Rimane una profonda amarezza perché i dubbi sono tanti. Perché c'è troppa carne al fuoco, una narrazione slegata e una miriade di sotto trame che disorientano. Perché si esce con la sensazione di non aver capito molto.
Ma c'è del bello in molte forme e pertanto l'ho un po' vissuta come un'occasione sprecata ma certamente non con la sensazione di aver perso tempo.
Cercando di fare chiarezza, dopo un inizio pieno di dubbi e incertezze, trovo che il film sia senz'altro da vedere (obbligatoriamente in lingua originale, come sempre).