Doveva arrivare Nanni Moretti e il suo ultimo film "Tre piani" per rispolverare la nostra amatissima rubrica "C'è chi dice NO" che da troppo tempo è in disuso.
Devo dire che un po' mi dispiace perché pur non essendo mai stata una fervente morettiana, ho amato molto alcuni dei suoi film più famosi e in più il film è tratto da un libro dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, che ho molto apprezzato, ma non posso proprio esimermi nel catalogarlo tra le visioni più brutte degli ultimi anni.
Il paragone con il libro è addirittura imbarazzante.
Niente. Non si salva niente.
Una serie infinita di brutture che vado ad elencare:
1- LA TRAMA:
I Tre piani in questione sono quelli di una palazzina borghese di Roma dove abitano famiglie, ognuna delle quali alle prese con storie drammatiche di ogni ordine e grado.
E' la prima volta che Moretti si cimenta in una sceneggiatura non originale e mi pare manchi totalmente di senso della realtà. Un film che dovrebbe colpirti per la drammaticità delle storie e che invece non incrina minimamente il tuo stato emotivo. Piatto, di fronte al nulla cosmico, che è quello che si legge negli occhi vitrei e vacui di Moretti (attore), nella maggior parte delle sue scene.
2- LA RECITAZIONE
Viene da chiedersi PERCHE'?
Perché queste brutte interpretazioni? Perché questa totale mancanza di realismo?
E' colpa della sceneggiatura? Del regista? O della totale assenza di credibilità degli attori italiani? (ok, generalizzo molto ma ahimè è una domanda più che legittima).
Menzione speciale per la pessima interpretazione a Riccardo Scamarcio, che piange ma non riesce proprio a farsi scendere una lacrima che sia una nonostante la drammaticità del suo personaggio. Piatto, incolore, non pervenuto!
E la Buy che fa sempre il personaggio ansioso e angosciante alla Buy.
E la Rohrwacher che fa sempre il personaggio svampito e naif alla Rohrwacher.
3- MORETTI
Moretti regista, voto 2
Moretti attore, N.C.
E qui nasce spontanea un altra domanda: perché Moretti si ostina a voler recitare nei suoi film? E' imbarazzante, snervante nella sua fissità.
Se leggesse la ricetta della torta margherita sarebbe forse più comunicativo.
Non riesce a trasmettere una sensazione che non sia quella del disagio. Il disagio che nasce nello spettatore nel vedere tanta mediocrità. Improponibile.
Tutto sbagliato, insomma, compresi gli undici minuti di applausi ricevuti dal film alla fine della proiezione durante il Festival del cinema di Cannes.
Ci si legge una sorta di difesa d'ufficio dell'intellettuale Moretti...che a mio parere non è per nulla giustificata!
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