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non si giudica un libro dalla copertina


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"Gotico Americano", di Arianna Farinelli, è un libro favoloso.

Uno di quei rari casi in cui una bellissima storia è un'espediente per raccontarci in maniera sincera e diretta le problematiche di una società, quella americana, caratterizzata da tantissime contraddizioni.

La scrittrice italiana vive negli Stati Uniti dal 2001 e insegna Scienze Politiche in una università di New York; direi quindi che ci si possa fidare delle sue parole. Questo è il suo primo romanzo, e le è riuscito proprio bene.

Ci racconta dell'America che si sveglia con un nuovo presidente, Donald Trump, un' America che si ritrova a dover fare i conti con insanabili diversità, il cui popolo il protagonista descrive come specchio nel famoso quadro di Grant Wood, "American Gotich":

“Facce bianche di vecchi impauriti che pensano di proteggere il loro mondo con un forcone, ma il loro mondo già non esiste più”

La scrittrice, in un'intervista racconta che l'idea per questo libro le è venuta leggendo un articolo in cui si parlava della storia di un giovane americano di colore che dopo un'adolescenza difficile, diventa un reclutatore dell'Isis. Un figlio di immigrati che non si sentiva parte di quella società e ha cercato nella religione, le risposte che la società non è riuscito a dargli.

La trama di questo romanzo infatti prende proprio spunto da questa notizia.

Bruna, 42 anni immigrata negli Stati uniti vent'anni prima, che come la scrittrice insegna scienze politiche in un college newyorchese, si innamora di un suo giovane allievo di colore, Yunus. Fra i due nasce una grande passione che durerà mesi, fino a quando il giovane, volendo seguire il suo grande amico, parte per Mosul, arruolandosi tra le file dell'Isis.

Ripercorriamo tutta la vita di Bruna, dal suo arrivo negli Stati Uniti all'incontro con il marito Tom e la sua famiglia di italoamericani arricchiti, perbenisti e conservatori (idioti all'inverosimile), alla nascita dei loro due figli, fino all'incontro con Yunus che avrà imprevedibili conseguenze.

Come dicevo, per tutta la durata del racconto, la Farinelli, molto abilmente ci racconta la società americana con tutte le sue enormi contraddizioni e in cui le diversità, di genere, di religione, di razza, sono ancora e sempre di più dopo l'elezione di Trump, un enorme e a quanto pare insormontabile problema.

La scrittrice italiana denuncia con forza “il puritanesimo e il perbenismo di facciata, la mercificazione di tutto e l’arroganza” di questo popolo che però, specifica lei stessa in una bellissima "nota dell'autrice" finale, insieme a quello italiano, è quello che più ama al mondo. Riporta infatti una bellissima frase di James Baldwin scritta nel 1955: "L'America è il paese che più amo al mondo e per questo rivendico il diritto di criticarlo in perpetuo"

E' un romanzo che ti cattura, dalla prima all'ultima pagina, che offre grandi spunti di riflessione e, molto realisticamente, non ti consola.

Ottimo esordio e ottima scelta per il primo romanzo di narrativa della collana "Munizioni" diretta per Bompiani da Roberto Saviano.

4.5/5


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