Quando si dice il libro giusto al momento giusto.
Vengo da una lettura infinita e sfiancante di Philip Roth, e come per magia mi ritrovo questa perla in mano, che mi ha fatto riflettere proprio su quanto, pur scrivendo poco, si possano raggiungere livelli di letteratura molto interessante.
In "Caduta dalla nuvole" ci troviamo infatti difronte ad un romanzo con capitoli molto brevi dalla struttura particolare.
Può infatti avere una duplice lettura: sia come un normale romanzo, dalla prima all'ultima pagina oppure seguendo un ordine indicato alla fine di ogni paragrafo. Si inizia con il numero 5 e alla fine di ognuno troverete tra parentesi il numero di quello seguente.
Considerando la mia scarsa capacità di concentrazione ho preferito seguire la seconda opzione, dove la storia di ogni personaggio inizia e finisce, memore della fatica fatta, per esempio, con "4 3 2 1" di Paul Auster, che aveva anche quello la duplice possibilità di lettura. Anche se in questo caso, come detto, i capitoli sono così brevi che le due opzioni probabilmente si equivalgono.
La storia è apparentemente molto semplice: in un sperduto paesino dei Pirenei francesi, a Marion "succede di partorire", senza sapere di essere incinta e dopo che, superati i quarant'anni aveva deciso, insieme al compagno, di non volere più figli. Un parto inatteso.
Lo so, detta così sembra impossibile ma in realtà non lo è.
Attorno a questa vicenda si muovono sette personaggi che in ogni paragrafo raccontano la storia dal loro personale punto di vista.
Marion, ovviamente, il compagno, il vicino di casa che li aiuterà portandoli all'ospedale, l'amico di famiglia, la nonna, l'ostetrica e la maestra del villaggio. Ognuno di loro racconterà la loro versione dei fatti, rivolgendosi direttamente al lettore, che fungerà da confessore.
La storia è tutta qua. Semplice ma non banale, con significati profondi sulla possibilità, la capacità e soprattutto la volontà di diventare madri. Rompe qualche luogo comune e qualsiasi forma di moralismo con un testo che offre molti spunti di riflessione.
Ci hanno insegnato che l'istinto materno è più forte di tutto, mentre l'autrice francese, Violaine Bérot, molto coraggiosamente, mette tutto in discussione, senza giudizi o prese di posizione. Solamente facendoci esplorare un diverso punto di vista.
Andrò senz'altro alla ricerca di altro materiale di questa autrice che non conosco, perché mi ha lasciato ottime sensazioni e sul cui talento non ci sono dubbi.
Una curiosità: la vicenda si svolge il 29 febbraio ed io ho iniziato e finito questo splendido romanzo il 29 febbraio.
Ora, pensateci, non c'erano molte possibilità che potesse accadere. Eppure è successo.
Potrebbe essere un segno del destino, e in questo caso, come interpretarlo?
Potrebbe essere uno di quei messaggi simbolici lanciati dall'universo o dagli astri, per dirmi qualcosa.
Un segno premonitore.
O potrebbe essere una pura coincidenza.
Ecco, infatti.
4,5/5