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  • C.

non si giudica un libro dalla copertina


Chi dice che il sogno americano è una mera illusione o nega che per riuscire in qualcosa a volte basti coraggio e perseveranza, non conosce la storia di Mokhtar Alkhanshali, 24enne americano di origine yemenite che, una manciata di anni fa, è riuscito a realizzare il suo sogno e a cambiare la vita non solo sua e della sua famiglia, ma quella di una nazione intera.

Dave Eggers racconta la sua avventura nel “Il Monaco di Mokha”, romanzo biografico appassionante e singolare.

Devo ammettere che l’acquisto del libro è stato impulsivo e dettato esclusivamente dal mio amore per Eggers e che, una volta letta la trama, l’entusiasmo è calato ai minimi storici e il libro è rimasto a prendere polvere per un annetto sul mio comodino.

Sì, perché la storia di un ragazzo che, dopo molte peripezie, riesce a diventare un importatore di caffè dallo Yemen non sembra proprio pane per i miei denti e invece, come sempre più spesso succede, mi sono dovuta ricredere.

Il libro sì, parla di caffè, della sua storia, della produzione e lavorazione e di come si giudica il migliore ma soprattutto parla di un ragazzo ambizioso, di coraggio, di bontà e di speranza.

Mokhtar di lavoro fa il portiere in livrea in uno stabile di lusso a San Francisco ma quando, per circostanze fortuite inizia ad appassionarsi all'antica storia del caffè, capisce di colpo qual è la sua "missione": andare nello Yemen, visitare le piantagioni ad alta quota, aiutare i contadini a organizzarsi e trasmettere loro le sue conoscenze con lo scopo di far rivivere la fama del caffè yemenita, che dopo secoli di gloria vanta ormai la qualità peggiore del mondo. Proprio nel momento di maggior successo, quando è sul punto di entrare nel pantheon degli esploratori ed esportatori di caffè, il paese precipita però nella guerra civile. Piovono bombe, l'ambasciata americana chiude e Mokhtar deve trovare un modo per uscire dallo Yemen contando solo sulle sue forze e le sue speranze.

Sono due le storie che Eggers racconta, quella di Mokhtar ma anche quella del caffè di cui tutti noi poco sappiamo, di cui ignoriamo le origini, il tempo e la fatica necessari per ottenere i chicchi migliori; quei chicchi che Mokhtar ha personalmente selezionato e trasportato in una valigia durante una feroce guerra e proteggendoli, sfiorando spesso l’incoscienza, a costo della sua vita.

Un'avventura dal lieto fine molto toccante e che mi farà pensare, quando sorseggerò il prossimo caffè, a tutta la fatica che tante persone hanno fatto perché arrivasse fin qui.

3,5/5


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