"Scrivo dalla sponda delle brutte, per le brutte, le vecchie, le camioniste, le frigide, le malscopate, le inscopabili, le isteriche,
le tarate, per tutte le escluse dal grande mercato della gnocca. E inizio da qui perché sia chiaro: non mi scuso di niente, non vengo a lamentarmi. Non scambierei il mio posto con nessuno, perché essere Virginie Despentes mi sembra una faccenda più interessante di qualunque altra."
...e quanto sia interessante e unica Virginie Despentes l'ho scoperto anche io leggendo "The King Kong Theory" (Fandango).
Scrittrice e regista dal passato a dir poco difficile e turbolento è stata una giovane punk, una prostituta per scelta, una vittima di stupro e una militante femminista. Nel '93 esordisce con il suo primo romanzo "Scopami" divenuto poi opera cinematografica co-diretta da lei in cui tratta il tema dello stupro creando non poco clamore e scompiglio.
A seguire altri lavori tra i quali spicca questo saggio (del 2006) irriverente e rivoluzionario dichiaratamente riferito al film di Peter Jackson sulla creatura fantastica King Kong . Accolto come il manifesto del nuovo femminismo affronta senza preconcetti e censure i temi della prostituzione, dello stupro, della pornografia, della violenza e dei diritti delle donne.
"Quella che le donne hanno vissuto non è solo la storia degli uomini tanto quanto gli uomini, ma anche la loro oppressione specifica. Di una violenza inaudita. Da cui questa proposta: andatevene tutti a fare in culo, con la vostra condiscendenza nei nostri confronti, le vostre ostentazioni di forza garantite dalla collettività, o con le vostre manipolazioni per cui l'emancipazione femminile sarebbe difficile da reggere.
Difficile, caso mai, è essere donna, e sopportare tutte le vostre cazzate."
Con un linguaggio diretto e "blasfemo" attacca i benpensanti e smonta tutti i preconcetti riguardo al porno e alla prostituzione scatenando una rivoluzione nell’animo di chi la legge e abbattendo pregiudizi e false morali.
Una donna libera, cresciuta libera, e priva di ogni tipo di moralismo che si trova a fare i conti con la condizione di donna solo dopo aver subito uno stupro. Parla senza mezzi termini delle sue esperienze estreme ed esorta le donne di tutto il mondo ad appropriarsi della propria identità, libertà e a cogliere dove si nasconde il preconcetto e la violenza.
Inutile dilungarmi in un analisi di un testo così diretto e cristallino, basta leggerlo.
Ed è quello che consiglio a tutti di fare, uomini e donne.
Leggetelo.
"Il femminismo è un'avventura collettiva, per le donne, per gli uomini e per gli altri. Una rivoluzione, ben avviata.
Una visione del mondo, una scelta.
Non si tratta di opporre i piccoli vantaggi delle donne alle piccole conquiste degli uomini, ma di far saltare tutto."
5/5