Sapete quanto ci piaccia andare controcorrente, stare "sedute comodamente dalla parte della minoranza" (come abbiamo scritto nella presentazione del nostro blog) e sapete anche quanto spesso accada.
E in questo caso, per la recensione di JOKER, sarebbe stato anche facile, perché su quella sedia ci saremmo state solo noi due. Sono tutti entusiasti: pubblico e critica, all'unanimità. I complimenti si sprecano.
Chiunque ha scritto recensioni eccelse per il film e per l'interpretazione di un sontuoso Joaquin Phoenix, il protagonista.
E noi, quindi?
Noi ci accomodiamo mestamente, in silenzio e a testa bassa, tra questi, perché onestamente ci siamo trovate di fronte a un vero e proprio CAPOLAVORO. Sotto tutti i punti di vista.
Usiamo questo aggettivo, di cui spesso e ingiustificatamente si abusa, ma che qui, credeteci, risulta addirittura riduttivo.
Un capolavoro è un'opera di grande eccellenza, un'opera realizzata a regola d'arte, completa sotto ogni aspetto.
E questa lo è. Un film visivamente potentissimo, attuale in maniera inquietante ed emozionante tanto da disturbare.
E disturbante è forse l'aggettivo più adatto a descriverla.
Disturba il protagonista, un uomo a cui è stata tolta l'infanzia, un diverso in un mondo che lo deride, di fronte al quale sei obbligato a un autoanalisi, a giudicare le tue colpe, i tuoi pregiudizi, che mette alla prova la tua umanità ed empatia, un cattivo per cui si prova compassione.
Disturba il suo corpo, magro allo stremo, gobbo, livido, un corpo che raramente ha conosciuto abbracci e che non vorresti mai toccare.
Disturba la sua risata che non riesce a trattenere, che lo scuote, lo affoga, lo rende vulnerabile. Una risata che non è mai a tempo con le altre, che diventa grido.
Disturba la maschera del clown, icona di divertimento ma anche di paura, di ambiguità e tristezza.
Disturba la colonna sonora che accompagna i suoi balletti, le sue corse goffe e i raptus di violenza, inattesi e cruenti.
Un film che disturba mentre lo guardi, che continua a farlo mentre sei sotto le coperte e cerchi di prendere sonno e che trovi ancora lì la mattina dopo mentre fai colazione e sai che, aprendo la porta di casa, metterai piede in un mondo al quale hai avuto la fortuna di adattarti ma che fagocita chi non ci riesce, che non ascolta e non vede, che odia e discrimina e realizzi che tu, quel mondo, forse hai contribuito a crearlo.
Nessuno nasce cattivo, si sa, e vale anche per Joker, si è prima vittime che carnecifi.
Ma chi è più cattivo? Il cattivo, chi il cattivo l'ha creato o chi, addirittura, lo applaude?
" Un comico è triste, visto da dietro."
(Niccolò Fabi)
Una piccola postilla, a costo di apparire insistenti o snob, sull'importanza di guardare i film in lingua originale.
Vedetela come una forma di rispetto per il lavoro di attori (a maggior ragione in casi come questo, dove l'attore è il film, dove la recitazione è praticamente tutto) che lavorano mesi a creare un personaggio, un suono, una voce che, ormai solo in Italia, nessuno sente mai. Ora che si può scegliere tra ascoltare Phoenix o Giannini, scegliete Phoenix.