Io me lo sentivo che questo libro mi avrebbe tolto il respiro. Me lo sentivo. Ormai ho messo su una bella esperienza e le mie sensazioni sono spesso azzeccate.
Certo dopo aver letto "Le case del malcontento" era più facile intuirlo.
Le aspettative erano quindi altissime e sono assolutamente superate. Questo libro è addirittura meglio di quanto mi aspettassi.
Questi mesi autunnali si stanno dimostrando, dal punto di vista letterario e cinematografico, ricchi di cose meravigliose.
"Ossigeno" è una storia totalmente diversa rispetto a "Le case" ma altrettanto originale e sorprendente.
Si è passati da un romanzo corale di cinquecento pagine ad uno con pochi personaggi e di appena duecento, senza per questo togliere nulla all'intensità e all'emozione, anzi.
Mi sono ritrovata immersa totalmente e inesorabilmente in questa lettura ipnotica, profonda, che mi ha tenuta in tensione per tutta la durata del romanzo, che si potrebbe leggere in un giorno ma che io ho volutamente fatto durare due (di più non ho potuto).
Un thriller atipico in cui sin dall'inizio si scopre chi è il colpevole. Fin dalle prime pagine il cattivo viene assicurato alla giustizia perché all'autore non interessa indagare il lato oscuro e i motivi che hanno spinto Carlo Maria Balestri a commettere quelle atrocità.
Piuttosto la sua attenzione si focalizza sulla psicologia delle persone che restano, che sono sopravvissute: Laura, Anna, Luca...
Ogni capitolo è incentrato su uno di loro, spostando quindi ogni volta il punto di vista e allo stesso tempo ricostruendo la trama. Che è presto detta:
Siamo nel 1999 e il professore Carlo Maria Balestri, stimato docente di antropologia, è in realtà un mostro che ha tenuto segregate in un capannone, per molti anni, almeno tre bambine. Una di queste è Laura, che verrà liberata dopo quattordici anni di prigionia e isolamento. Balestri viene arrestato e Laura è libera e cercherà di riprendere in mano la sua vita.
Luca, il figlio di Balestri, deve fare i conti con una realtà agghiacciante e non si da pace e Anna, la madre di Laura, deve affrontare una situazione in cui ritrova una figlia che non riconosce.
"Il punto non è che mio padre è mio padre. Il punto è che sono suo figlio"
Romanzo davvero potente in cui Naspini si conferma autore sensibile e talentuoso; in queste poche pagine (duecento pagine mi sono sembrate pochissime e ne avrei volute mille!) sono stata totalmente travolta e assorbita da questa trama avvincente che rivela ritratti psicologici ottimamente delineati e molto interessanti.
Un cinque pieno!