"Siamo esseri umani imperfetti, consapevoli di quella mortalità anche quando la respingiamo, traditi proprio dalla nostra complessità, e così schizzati che quando piangiamo chi abbiamo perduto piangiamo anche, nel bene e nel male, noi stessi. Come eravamo. Come non siamo più. Come un giorno non saremo affatto."
Questo saggio di Joan Didion è l'ennesimo consiglio azzeccatissimo che ho ricevuto.
Bello, bellissimo. E più ci ripenso e più lo considero una meraviglia.
Sarebbe il caso di tenerlo sul comodino per i momenti, ahimè inevitabili, in cui ne avremo bisogno; momenti, come è stato nel suo caso, in cui perderemo una persona cara e saremo in preda al panico e in cerca di risposte
La Didion, già famosa scrittrice, nel 2004, con l'unica figlia molto malata in ospedale, rimane vedova improvvisamente. Durante una normalissima cena il marito si accascia colpito da infarto e muore. Dopo quarant'anni di matrimonio vissuti oltretutto a strettissimo contatto, considerando anche che lavoravano insieme, essendo anche lui stato uno scrittore.
Un anno dopo la Didion mette nero su bianco l'anno appena vissuto, andando a ripescare i momenti terribili vissuti, i sensi di colpa, le parole non dette, le probabilità del caso, ma anche i continui flashback a raccontarci di una magnifica relazione, di un profondo legame. Ci spiega come è giunta ad una accettazione del lutto e con quali sconvolgimenti fisici e psicologici.
Un libro emozionante nella maniera in cui la Didion, con il cuore in mano, in tutta sincerità e senza alcun pietismo, racconta qualcosa troppo difficile da spiegare.
"Il dolore è diverso. Il dolore non tiene le distanze. Il dolore arriva a ondate, parossismi, ansie improvvise che ti tagliano le gambe e ti accecano e cancellano la quotidianità della vita."
Ho avuto la sfortuna di vivere questi penosi e interminabili momenti e mi sono ritrovata perfettamente nelle parole della scrittrice americana, quando la vita si svuota di significato e il tuo sguardo non trova pace. Quando la rabbia ti acceca e non trovi risposte. La scrittrice americana non lascia scampo: il dolore arriverà e non avremo riparo, non avremo risposte.
Nessuna consolazione, nessuna speranza, ma solo la verità di un sentimento forte come l'amore che se non può evitare la morte, può almeno permetterci di continuare la vita, in qualche modo.
4/5