Sono giunta alla lettura di "L'impero della polvere" di Francesca Manfredi dopo un mese passato a tergiversare con un libro che mi ha annoiato allo sfinimento e di cui ho appena scritto la recensione. Inizio questa quindi con un bel sorriso sulle labbra e le mani che si muovono veloci sulla tastiera per la voglia di parlarne.
Dopo le prime righe ero già soddisfatta: finalmente un bel libro, scritto in maniera originale e intelligente, dai molti spunti di riflessione, intrigante e carico di emozione. E non mi sbagliavo perché è ciò che ho continuato a pensare fino all'ultima pagina di questo romanzo che è stata per me una bellissima sorpresa.
Sorpresa fino a un certo punto, la Manfredi veniva da un premio prestigioso come il Campiello, ricevuto con la raccolta di racconti "Un buon posto dove stare" e di questo suo primo romanzo la critica si era già espressa con elogi ma per me, sempre un po' scettica sui giovani scrittori italiani, è stata una scoperta.
Un romanzo che possiamo definire "di formazione" che racconta gli eventi di un’estate lontana, di luoghi polverosi, di terre estranee e misteriose che ci vivono dentro e che siamo costretti prima o poi a scoprire. La protagonista, Valentina, ha 12 anni e vive con la nonna, donna severa e molto religiosa e la madre, selvatica, bellissima e sfuggente. Il padre lavora all'estero e la ragazzina lo vede sempre più di rado, quando la torna a trovare alla "casa cieca", dove vivono le tre donne. Una casa con piccole finestrelle, dall'aspetto trascurato e intorno alla quale girano strane leggende.
È l'estate del '96 quando Valentina diventa donna ma decide di conservare questo segreto e, tra strani avvenimenti e prime infatuazioni, esplora il terreno insidioso e stupefacente della sua adolescenza.
Un libro apparentemente leggero, breve e dalla scrittura che scivola via ma molto profondo e che ti resta addosso per molto tempo. Scritto da una giovane scrittrice che parla dell'essere donna, adolescente, anziana, madre, figlia, moglie; dell'amicizia e di come è fragile infrangerla, della sessualità, aspra e curiosa, dell'energia femminile e mistica della natura. Le figure maschili, marginali ma necessarie hanno lo scopo di confermare ed esaltare la complessità del sesso femminile.
Un romanzo che parla alle donne di tutte le età, capace di smuovere vecchi ricordi o nuove emozioni urlando in maniera silenziosa tutto quello che le donne non dicono.
4,5/5