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C.

non si giudica un libro dalla copertina


Si dice che sia più difficile far ridere che far piangere e penso proprio sia vero.

Ma è ancora più difficile far sia ridere che piangere; scoccare una battuta da farti scoppiare e, una virgola dopo, riuscire a farti commuovere. David Sedaris, re indiscusso della letteratura umoristica statunitense e del racconto autobiografico ci riesce sempre, e stavolta ancora meglio.

Il suo ultimo lavoro dal titolo "Calypso" raccoglie 21 racconti in cui sviscera aneddoti come sempre esilaranti e al limite dell'assurdo in cui troviamo: una tartaruga mostruosa, una casa di vacanza al mare, il rapporto di totale sottomissione di David nei confronti di fitbit, la sua divorante passione per l'attività di netturbino volontario, i diritti dei gay negli USA di ieri e di oggi, l'elezione di Trump, etc etc. Narrazioni spassose, spietate e tenere, raccontate con la sua solita ironia e cinismo ma anche velate da una malinconia che tocca il cuore.

Al centro di tutto sempre lui, il suo compagno Hugh e la strampalata famiglia di cui ormai ci sembra di sapere tutto ma di cui David riesce ancora a svelare lati nascosti e, stavolta, ricordi dolorosi come ad esempio il suicidio della sorella Tiffany:

"Rispetto alla maggior parte delle persone di quarantanove anni, o anche solo di quarantanove mesi, Tiffany non possedeva molto. Eppure ha lasciato un testamento. Nel quale stabiliva che noi, i suoi famigliari, non potevamo avere il suo corpo, né partecipare al suo funerale. “Ecco, prendete e portate a casa” avrebbe detto nostra madre. [...]

Se anche in un dato momento non andavi d’accordo con Tiffany, ti era impossibile negare che sapesse mettere in piedi uno spettacolo: gli ingressi melodrammatici, gli insulti incessanti, da professionista, il caos che immancabilmente lasciava dietro di sé. Un giorno ti lanciava addosso un piatto, e quello dopo creava un mosaico con i cocci."

o il ricordo della madre, una donna che sapeva fa ridere:

"La sua specialità erano gli episodi di vita reale migliorati e condensati. Le richiedevano un certo lavoro, e prima di arrivare alla versione definitiva passavano per cinque o sei stesure orali. Nel corso della giornata la battuta con cui avrebbe voluto rispondere a una domanda o a un commento - la stoccata - diventava la battuta che aveva fatto.

"Così gli ho detto: Bello mio, ma è per quello che hanno inventato l'aereo." Noi osservavamo sbigottiti:

Non è andata affatto così!". Ma che importanza aveva, con simili risultati?

ma che nascondeva un lato oscuro e fragile:

"Ripenso a tutte le occasioni che abbiamo sprecato: sei figli e un marito, e nessuno che dicesse mai niente. "Pensi che bevesse per colpa mia?" mi ha chiesto mio padre poco tempo fa. È quasi ridicola questa insistenza nel cercare una ragione. Io penso che mia madre si sentisse sola senza i suoi figli, il suo fan club.

Ma penso che bevesse perché era alcolizzata".

David, che in qualcosa assomiglia alla madre, condisce la realtà e i suoi ricordi per renderli "unici", così come faceva lei nel raccontare storie. Ti domandi: sarà tutto vero? Ha davvero dato in pasto a una tartaruga il suo lipoma? Passa davvero nove ore al giorno a raccogliere rifiuti volontariamente per superare il numero di passi che il suo Fitbit gli impone e davvero indossa una torre di cappelli? Poco importa, con simili risultati.

L'anno scorso ho avuto la fortuna di sentirlo al Festival della Letteratura di Mantova in cui presentava il primo volume dei suoi diari, usciti appunto nel 2018. Alla fine dell'intervista, durante il momento delle domande dal pubblico, una ragazzina di sì e no 15 anni gli ha chiesto: "Io non sono divertente ma vorrei esserlo. Si può imparare?" e David ha risposto, in maniera molto onesta: "No, non si può. Ma non ti preoccupare, perché se non ci fossi tu, io non sembrerei divertente. Tu sei quella che non fa ridere ma che ride alle mie battute, grazie!".

Questo è Sedaris, onesto a costo di ferirti.

Sì, quella ragazzina forse abbandonerà il sogno di far ridere ma ha capito il valore della sua risata.

5/5


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