Finalmente "La Straniera" di Claudia Durastanti.
Da mesi era nella mia lista di letture, consigliato dai migliori critici e finita anche nella cinquina dei finalisti al Premio Strega.
Non ha vinto, come vi abbiamo già scritto in altri post, e non avendo letto tutti gli altri non saprei dire se lo meritasse, ma a me è piaciuto moltissimo.
Avevo avuto la netta sensazione che sarebbe stato un libro di mio gradimento, e infatti così è stato.
Quest'anno sto leggendo parecchi romanzi di autori italiani e devo dire che molti di loro non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi stranieri.
Uno di questi è dunque la Durastanti, scrittrice e traduttrice di grandi capacità.
"La straniera" è un memoir, un saggio, in cui l'autrice ripercorre la storia della sua famiglia, emigrata in America da un piccolo paese della Basilicata in cui lei, da adolescente, sarà poi costretta a tornare.
Ci racconta delle difficoltà dei nonni arrivati in un paese come l'America da un pesino di campagna, dei suoi genitori, del loro incontro e della loro difficoltà nella disabilità (sono entrambi sordi).
E ovviamente nel racconto inserisce la sua vita in continuo movimento; nata a Brooklyn ha poi vissuto l'adolescenza in Italia e ora vive a Londra, e le sue riflessioni, mai banali e che fanno intendere un approfondito studio di se stessa.
Il titolo svela, ma non era così difficile intuirlo, uno dei temi trattai, la migrazione, nelle varie sfaccettature, una delle quali è sicuramente il dolcissimo tributo alla madre che, appena arrivata in America, preferiva che la considerassero una straniera, con il suo italo-americano sgrammaticato, piuttosto che disabile.
"Straniero è una parola bellissima, se nessuno ti costringe a esserlo"
Ho apprezzato molto le continue citazioni di libri e di film e i suoi pensieri sulla disabilità, la classe sociale e l'educazione culturale, utilizzando un linguaggio diretto e sincero, senza fronzoli o sentimentalismi; arriva dritta al punto apparentemente senza coinvolgimento emotivo e racconta la sua storia senza giudizio.
Impressionano senz'altro la lucidità e la profondità delle sue considerazioni, soprattutto se si guarda alla sua carta di identità.
E' molto giovane ma già portatrice sana di talento.
"Non è vero che il tempo guarisce: c'è una frattura che non verrà mai riempita.
L'unica cosa che fa il tempo è portare con sé polvere ed erbacce, in modo che quella crepa venga ricoperta"
4/5