“Un bosco ai margini di un mondo, e ai margini del bosco un ragazzo e un uomo. Il ragazzo si chiama Simon, suo padre è il Polacco. Vivono liberi e in attesa, perché un giorno il Polacco deve far ritorno nella Grande Città per compiere una misteriosa missione urbanistica/militare. Mura, corridoi, sotterranei accolgono Simon, e una nuova vita alienata da lavori inutili, una burocrazia tumorale e una sanità distorta. Non importa cosa né perché, questo è il mondo confinato. Il racconto dell'ascesa di un ragazzo che si fa uomo in una società beffarda e perduta, sull'orlo di un riscatto mai immaginato.”
GENESI 3.0 di Angelo Calvisi ( Neo.) è un libro tanto originale quanto spiazzante, difficile e inquietante, un libro che ti resta addosso come può fare solo uno strano incubo.
La trama, se così si può definire, non è lineare né chiarissima. Si presuppone un presente o immediato futuro distopico in cui si muovono i due protagonisti, Simon, un ragazzino apparentemente disturbato e un uomo detto “il polacco”.
Ma chi sono? Dove e quando ci troviamo? A queste risposte si giungerà pian piano, una risposta che è più una personale conclusione, però, che un reale chiarimento.
Simon è costantemente mosso da istinti sessuali che appaga in modi truci e inquietanti, indossa magliette con l’iniziale S a cui attribuisce uno stato d’animo diverso ogni volta, fuma sigarette che cambiano sapore e odore e “sente” tutto.
Il polacco è una sorta di mito, di capo, violento e spietato, ed è anche suo padre.
La società in cui vivono è una grande satira al mondo attuale descritta in maniera feroce e spaventosa.
Un allucinante racconto, un testo da decifrare e fare tuo, un libro facilmente catalogabile nel genere distopico ma che forse è altro: satira, metafora... certamente non è banale e raggiunge lo scopo, quello di tutte le storie, di farti riflettere.
Si inorridisce per le scene di sesso malato, per le suore spietate, le bombe buttate per gioco, per il concetto di morte e quello di vita. Un libro coraggioso per lettori coraggiosi.
3/5