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C.

non si giudica un libro dalla copertina


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«Da piccolo, mia madre mi ripeteva sempre: Non mentirmi, smettila di raccontare bugie. Ero bravissimo a inventare storie, così bravo che lei non sapeva più distinguere il vero dal falso. E della mia capacità di mentire ho fatto un lavoro: sono diventato uno scrittore. In questo libro, però, ho deciso di obbedire a mia madre: dire la verità. Per la prima volta...»

Così Philippe Besson presenta NON MENTIRMI, libro autobiografico dove lo scrittore racconta quella che è stata la sua prima storia d’amore e di come questa l’abbia condizionato e ispirato nelle sue opere future. Un amore travolgente e impossibile, un amore di quelli che ti condannano, nel bene e nel male.

“Ho diciassette anni. Non so che non avrò mai più diciassette anni, non so che la giovinezza non dura, che è solo un istante, che scompare e quando te ne accorgi è troppo tardi, è finita, si è volatilizzata, l’hai persa, eppure alcuni intorno a me lo intuiscono e lo dicono, gli adulti lo ripetono, ma io non li ascolto, le loro parole mi scivolano addosso, non aderiscono, come l’acqua sulle piume di un’anatra, sono un idiota, un idiota spensierato.”

Il libro inizia così: lo scrittore sta rilasciando un intervista nella hall di un albergo e i suoi occhi scorgono un uomo, lo vedono da dietro, lo riconoscono come un fantasma. Besson lo segue, lo ferma ed è da li’ che inizia a ricordare. E lo fa partendo dall’inizio:

è il 1984, il luogo è il Lycée Élie Vinet di Barbezieux, Philppe ha diciassette anni, Thomas altrettanti. Due ragazzi di estrazione diversa, il primo figlio di un professore con un futuro di successo apparentemente già scritto e l’altro, figlio di contadini, che pensa di non potersene andare da una fattoria che lo aspetta e da un futuro che lo condanna a negare sé stesso. Philippe e Thomas si ameranno per pochi e intensi mesi, si lasceranno e non si rivedranno mai più.

“…mi guarda in un certo modo e continuerà a farlo. In fondo, l’amore è stato possibile solo perché mi ha visto non com’ero,

ma come sarei diventato.”

Una storia d’amore struggente, un sentimento destinato a rimanere segreto, un legame che condizionerà entrambi i ragazzi per il resto della vita. Il primo perché, anche se andandosene dalla campagna realizzerà sé stesso e vivrà la sua omosessualità in maniera libera e aperta, sarà ispirato da quell'amore per sempre. L’altro perché , scegliendo di fare ciò che gli altri si aspettano da lui e non avendo il coraggio di essere se stesso, si condannerà a una vita di negazione, aggrappato al ricordo di quell’unico grande amore della sua vita e ai mesi di felicità che sa, non vivrà mai più.

Una storia apparentemente dimenticata da entrambi ma che, grazie a un incontro che ha dell’incredibile, riaffiora nei ricordi dello scrittore che ci lascia un libro meraviglioso.

Una lettura folgorante, un testo sublime e umano, una storia maledettamente bella.

Lo abbiamo letto entrambe in un giorno. Sì, perché quando lo inizi non ti puoi fermare e quando lo finisci ti rimane addosso per giorni.

5/5


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