Dite quello che vi pare ma quando esce un romanzo di Lidia Ravera, io lo leggo sempre e sono felice!
La sua scrittura mi mette serenità e, finora, non mi ha mai tradita.
Va te a sapere il perché. Ci sono scrittori che senza un motivo razionale, empaticamente ti vanno a genio.
Voglio dire, lei è indiscutibilmente brava per cui il motivo potrebbe essere semplicemente quello, ma credo che ci sia qualcosa di più, qualcosa di insondabile e sotto traccia. Non so e in fondo poco importa. Quello che importa è che anche questa volta posso dire che sono stata piacevolmente coinvolta.
Certo, le sue storie non sono state tutte così originali e interessanti, ma il suo modo mi accoglie sempre con grande piacere.
Anche in "L'amore che dura", la trama non è così sorprendente come lo era stata per esempio "Piangi pure", ma sono arrivata alla fine molto soddisfatta e come sempre deliziata dalle sue parole.
I suoi sono sempre racconti dell'età adulta, ma se nel "Terzo tempo" l'età era la terza, qui la storia si sviluppa dai 16 ai 50 anni, ed è una bella storia d'amore, intrigante e a suo modo coinvolgente.
Emma, la protagonista, si prepara ad affrontare l'incontro in cui ritroverà il suo ex marito e amore di una vita, Carlo; non si tratta di un appuntamento amoroso ma di una specie di resa dei conti, a vent'anni dalla fine del loro matrimonio.
Sono successe alcune cose ed entrambi hanno da giustificare o farsi perdonare cose del passato e segreti taciuti.
All'appuntamento Emma va in bicicletta ma un incidente le impedirà, o quanto meno rimanderà, il loro incontro.
Si erano sposati molto giovani e amati follemente per vent'anni ma le cose sono finite male, nonostante provino ancora l'uno verso l'altra una forte attrazione ed esista tra loro un legame indissolubile.
Le loro vite hanno preso strade diverse nel momento in cui i loro desideri non hanno coinciso e le ambizioni artistiche di Carlo hanno preso il sopravvento.
All'appuntamento Emma si era portata dietro quattro quaderni neri che lei ha continuato a riempire negli anni e che ripercorrono tutta la loro storia d'amore, dove ha annotato tutta la verità taciuta. Quaderni che quindi finiranno nelle mani di Carlo, che soccorre Emma investita da un'auto.
"Verso le nove, il locale ha incominciato a riempirsi.
Ho tirato fuori dalla borsa il libro.
Ne porto sempre uno, per difendermi da ogni attesa, per nutrire ogni frammento di tempo
(Walt Whitman, Foglie d'erba)"
Emma entrerà in coma e la Ravera offrirà al lettore una sospensione del tempo in cui l'ex marito potrà rileggersi i quaderni e ripercorrere la loro storia, scoprendo un inconfessabile segreto. Gioca su piani temporali diversi attraversando le diverse età dei protagonisti.
Altri personaggi molto importanti troviamo nel racconto, sempre ben delineati e perfettamente incastrati nella trama.
Tutto molto bene, quindi. Unico neo come già accennato è un finale piuttosto fragile che pare un po' tagliato con l'accetta.
3.5/5