Quando ci si imbatte casualmente in certi film, la gioia è doppia.
Nessuna aspettativa, un po' di noia, lo zapping compulsivo e quando stai per arrenderti e stai già pensando al tuo libro che ti aspetta sul comodino, vedi le facce di Paul Giamatti e Kathryn Hahn e dici "ma che cazz..." "come ho fatto a non accorgermi di questo film?"
"Ok, lo inizierò ma sicuramente lo finirò domani; è già tardi; solo una mezz'oretta poi vado a letto". Play.
Due ore e sette minuti dopo, cominci a sbattere le palpebre e dici "Noooooooo, è già finito, cazzo!!".
Ad una di noi due è successo questo, e non ha resistito un minuto per condividerlo con l'altra, sicura al 100% che le sarebbe piaciuto immensamente. E così è stato.
Si tratta di Private Life, film originale Netflix, scritto e diretto da Tamara Jenkins.
Si tratta di un film meraviglioso, delicato, curato nei minimi dettagli e per di più, ambientato nella splendida New York.
Richard e Rachel (Paul Giamatti e Kathryn Hahn) sono una coppia di creativi (lei sceneggiatrice, lui commediografo) quarantenni, che cercano in ogni modo di avere un figlio. Le provano proprio tutte, fecondazione assistita, donazione di ovuli e adozione. Mentre si sottopongono alle varie cure, entra in scena la loro amata nipote acquisita, Sadie (la giovane e bravissima Noah Baumbach), che farà loro prendere in considerazione la donazione di un suo ovulo, provocando quindi enormi problemi familiari.
L'argomento non è dei più originali, se vogliamo, e per di più è uno dei più delicati e pericolosi ma qui è trattato con estremo realismo, delicatezza e non senza una buone dose di ironia. Mostra con intelligenza le grandi problematiche che una coppia deve affrontare per realizzare il suo sogno, senza sfociare mai, nemmeno una volta nella tragedia o nel pietismo. Fa riflettere sul desiderio di avere un figlio e di averlo a tutti i costi, sull'accanimento e l'ossessione che si può raggiungere per ottenerlo e sul rapporto di coppia.
Si esiste solo in quanto possibili genitori?
Siamo capaci di dire "Basta!", di arrenderci al nostro destino e accontentarci l'uno dell'altro?
E se si...a quel punto, quanto è rimasto di noi come coppia?
Sono molti gli spunti di riflessione che questa storia così ben recitata e diretta ti lascia e su cui rifletterai per giorni interi.
A proposito di recitazione, è una gara dura tra i tre attori principali che con la loro bravura rendono il film, realtà.
Un film perfetto fino al finale, per nulla scontato, velato di malinconia e una punta di tristezza ma che lascia lo spettatore libero di tirare le sue personali conclusioni.
Si potrebbe senz'altro pensare che il fatto che sia ambientato nella nostra amatissima New York abbia potuto influenzare in parte il nostro giudizio, ma non è così. New York è soltanto la perfetta cornice di questo meraviglioso affresco che riesce a rendere atmosfere "alleniane". Quei modi radical chic, i colori caldi e pastosi, la colonna sonora che spazia da classici del jazz al soul, i dialoghi serrati con la giusta ironia, si avvicinano molto a quel genere che ci appassiona molto.
E' davvero un film di sui ci si innamora, che entra come un diretto nella categoria "DA NON PERDERE".