Come scegli il prossimo titolo da leggere?
Questa è una domanda che spesso mi viene posta, sopratutto da lettori casuali, quelli da un libro all'anno per intenderci, increduli di fronte alla quantità (secondo loro impossibile da raggiungere, secondo me normalissima) di libri che leggo.
Non ho una risposta precisa. La mia scelta è dettata da diversi fattori: consiglio da persona informata dei fatti (C., per esempio), un'ottima critica da stampa specializzata, consigli da siti dedicati o da autore che conosco bene e del quale mi fido.
Ecco, nel caso de "I Formidabili Frank", ho letto da qualche parte che Jonathan Franzen ha detto di questo romanzo che "è il bellissimo libro da me più regalato quest'anno", per dire.
Ovvio quindi che una dichiarazione del genere mi ha subito fatto scattare l'alert!
Pertanto eccomi qui a spiegarvi per quale motivo questo per me è sì un bellissimo libro ma che non metterei mai tra i più consigliati.
Intanto perché, garantito al limone, quando si pensa di andare sul sicuro, qualcosa va sempre storto (legge di vita inesorabile) e poi
perché ad un certo punto mi ha creato un certo disagio. E anche diverse incazzature.
Ma andiamo con ordine:
"Un fratello e una sorella sposarono una sorella e un fratello. La coppia più anziana non aveva figli e quindi quella piú giovane glieli prestava..". Questo è l'inizio di questo memoir che sembra uscito direttamente dalla penna di un grande scrittore, la storia vera di Michael Frank e di sua zia Hankie, del loro rapporto stupendo ma anche difficile, morboso e alienante.
Hankie è una donna senza figli, quindi, molto appassionata, sceneggiatrice insieme al marito di importanti film di Hollywood degli anni cinquanta e sessanta, amante della bellezza e dell'arte. Eccentrica e travolgente, che riversa nel piccolo una vera e propria ossessione. Agli occhi del bambino, la zia ha grande fascino ma con l'adolescenza comincia a rendersi conto degli aspetti più disturbanti della faccenda e comincia quindi a prenderne le distanze.
Nessuna violenza di tipo sessuale, ma solo psicologica. La zia gli imponeva cosa leggere, che autore gli dovesse piacere, quale artista ammirare e quale no. Lo costringeva a non essere "ordinario" e a giornate interminabili in negozi d'antiquariato.
Crescendo, Michael scopre la sua autonomia, comincia a ribellarsi e ad avere scontri con lei, che però finiranno sempre con un nulla di fatto. si trasferirà addirittura in Italia, per sfuggire all'opprimente zia.
Questa è uno dei motivi che più mi hanno creato tensione. Questo continuo tira e molla, lasciarsi e riprendersi con scene al limite del grottesco.
Frank in un'intervista racconta tutta l'amarezza di questa esperienza ma, col senno di poi, riconosce alla zia di avergli fatto scoprire la magia della bellezza e dell'arte. Certo ma a che prezzo, dico io...
Nulla da eccepire dal punto di vista stilistico. Si tratta di un'opera interessante e ben scritta ma che in molte pagine lascia una punta di rammarico e di rabbia.
"L'indipendenza è la sua religione. In realtà, l'unica in cui crede. Pensiero libero e audace: questo significa essere uno dei Formidabili Frank"
3/5