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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


Ci troviamo a Shaker Heights, ordinatissimo e impeccabile quartiere nei dintorni di Cleveland, Ohio.

Mr e Mrs Richardson vivono lì con i loro quattro figli e sono membri eccellenti di questo insediamento di democratici ricchi e facoltosi che si sono costruiti il loro angolo di paradiso che ha precise regole da rispettare. In particolare la signora Richardson è cresciuta e vissuta in questa comunità, che difende a spada tratta e nella quale è perfettamente inserita.

"Da piccola le avevano insegnato a rispettare le regole, a credere che il buon funzionamento del mondo dipendesse dalla loro osservanza, e lei le rispettava - e lo credeva."

A disturbare l'apparente quiete ci penserà Mia, che con la figlia adolescente Pearl spezzerà il superficiale disincanto della spensierata cittadina. Fotografa single, itinerante da una vita, decide di fermarsi (promettendo alla figlia la fine dei vagabondaggi) proprio a Shaker Heights, trovando lavoro presso i Richardson come domestica e cuoca in cambio di un piccolo alloggio. La figlia diventerà amica dei quattro figli e tutto sembrerà volgere al meglio fino a quando una coppia di amici benestanti non deciderà di adottare una bimba di origini asiatiche. Comincerà una battaglia per la custodia della bambina, che scatenerà un acceso dibattito nella comunità e battaglie interne alle famiglie, scoperchiando segreti nascosti e provocando fughe improvvise.

Il tutto ha inizio quando una bella mattina la casa dei Richardson va letteralmente a fuoco. In ogni stanza è stato appiccato un fuoco.

E mentre tutti danno la colpa alla giovane pecora nera della famiglia, Izzy, inspiegabilmente sparita, comincerà un lungo flashback nel quale scopriremo i segreti di tutti i protagonisti in un tessuto sociale fatto di apparenza e pregiudizio.

Tanti i temi trattati in un romanzo tutto al femminile, come tanti casualmente ci sta capitando di leggerne, dove gli uomini ci sono ma relegati a posizioni marginali.

L' ennesima, sacrosanta, critica all'ipocrisia americana, il potere economico e psicologico dei bianchi, il problema razziale. Anche questi tutti temi ricorrenti nella nuova letteratura americana, che probabilmente vuole dare voce ad un diffuso disagio difronte alle scelte di un presidente da cui vogliono ribellarsi e da cui vogliono prendere le distanze.

Altro tema importante, che ad un certo punto diventa centrale, è quello della maternità, trattato con intelligenza e garbo.

Le gravidanze programmate, indesiderate. L'adozione, l'affidamento, l'utero in affitto, l'aborto...Ogni protagonista ha fatto scelte diverse pensando di aver fatto la scelta giusta e lasciando il lettore nella posizione di trarre spunti di riflessione.

" Ogni volta si riduceva tutto a questo: cosa faceva di una donna una madre? la sola biologia, o l'amore?"

Un romanzo che è piaciuto a gran parte della critica e molto al pubblico ma che per quanto mi riguarda ha lasciato molti dubbi.

Nessuno può obiettare che sia un romanzo ben scritto da un talento indiscutibile ma il coinvolgimento emotivo mi è un po' mancato. Quello che mi è rimasto, al termine della lettura, non è nulla che non si possa dimenticare in pochi giorni.

Insomma, il classico romanzo piacevole ma al quale è mancata l'intensità che ti fa innamorare di una storia.

Reese Whiterspoon e Kerry Washington ne hanno acquistato i diritti e ben presto ne faranno una miniserie e credo che ne potrebbero senz'altro trarre qualcosa di molto interessante, continuando un filone abbastanza simile a "Big Little Lies", serie di cui sono state protagoniste.

3.5/5


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