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  • C.

non si giudica un libro dalla copertina


“Quello che si fa al buio viene sempre alla luce.”

Jesmyn Ward è una giovane scrittrice cresciuta in una povera zona nera del Mississippi rurale che ha vissuto in prima persona le devastazioni dell'uragano Katrina.

Ha voluto trasporre nel suo secondo romanzo, "Salvare le ossa" (NN editore) questa esperienza: il racconto sui tentativi di sopravvivenza di una famiglia in difficoltà nei giorni che precedono quello stesso uragano. Ma il libro è ben di più di una serie di ricordi personali, come dimostra la sua vittoria (meritatissima) al National Book Award nel 2011.

I protagonisti della storia sono i 4 fratelli Batiste, orfani di madre, che vivono nella fossa, il nome dato alla loro terra, ormai trascurata e in rovina, popolata da camion in disuso, elettrodomestici abbandonati e galline selvatiche.

Poveri e praticamente abbandonati a loro stessi, cercano di cavarsela alla meglio, con un padre alcolizzato e un ricordo sempre più labile di una madre che manca ogni giorno di più.

La vicenda si svolge nei 12 giorni che precedono l’arrivo dell’uragano (ogni capitolo è un giorno in una sorta di conto alla rovescia); giorni in cui i ragazzi avranno a che fare con scelte e passaggi importanti delle loro giovani vite.

A parlare in prima persona è Ash, l’unica figlia femmina, adolescente troppo cresciuta, che sogna un amore grande ma si ritrova vittima della propria ingenuità e che passa il tempo leggendo classici, in particolare “La tragedia di Medea” (metafora di quello che le sta succedendo). In questi 12 giorni scoprirà e cercherà di tenere nascosto un grande segreto, il più grande che una donna può avere.

“Se potessi mi ficcherei dentro una mano e mi strapperei via il cuore, e quel minuscolo seme bagnato che diventerà il bambino. Prima quelli; il resto non farà così male.”

Il fratello Skeetah, ragazzino orgoglioso e impulsivo, che vive per China, la sua amata cagna da combattimento e i cuccioli appena partoriti, che cerca di difendere e tenere in vita. Un rapporto che fa riflettere sulla profondità dell’amore tra uomo e cane, sul senso di appartenenza a qualcun altro, uomo o animale che sia.

“Che sappiano sappiano sappiano che senza di te non possono vivere.”

Il fratello maggiore Randall, che in quella manciata di giorni ha la possibilità di vincere una borsa di studio sportiva e lasciare la fossa e questa famiglia di cui sta facendo in qualche modo da padre.

Per ultimo il piccolo junior, causa della morte prematura della madre che passa le giornate scavando nella terra intorno a casa, un bimbo selvaggio e tenero, l’unico che non ha mai conosciuto l'amore materno e che cerca di farsene un'idea.

In un crescendo di tensione ed emozioni, ci sia avvicina all’ arrivo di Katrina, che nell’ ultimo capitolo incombe con la sua ferocia inattesa e spazza via, insieme alla casa, preoccupazioni e tensioni.

Un uragano chiarificatore, che toglie tutto ma allo stesso tempo dà la possibilità di ripartire, affrontare sé stessi e nuotare verso la salvezza.

“Ci ha lasciato un mare buio e una terra bruciata dal sale. Ci ha lasciati qui perché impariamo a camminare da soli.

A salvare ciò che possiamo. Katrina è la madre che ricorderemo finché non arriverà un’altra madre dalle grandi mani spietate, sanguinaria.”

In "Salvare le ossa" la Ward ci mostra una delle zone più povere dell’America, in cui le disparità sono davanti agli occhi di tutti: i quartieri abitati solamente da afroamericani che si scontrano con le fattorie dei bianchi che si difendono a colpi di fucile.

Affronta temi intimi e importanti, commuove ed emoziona con una scrittura chiara e toccante.

4,5/5


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