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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


Silvia Truzzi è una giornalista e scrittrice al suo esordio narrativo in questo "Fai piano quando torni".

Diciamo subito che non si tratta di un libro che rimarrà a lungo nei miei pensieri, sia come intensità di scrittura che come trama, piuttosto prevedibile, ma nonostante questo ritengo non sia stato affatto male.

Chi me lo ha prestato ha usato proprio queste parole: "niente di trascendentale ma una lettura piacevole e frizzante in cui ci si può facilmente immedesimare e da cui si possono trarre spunti interessanti."

Una coccola che mi ha fatto trascorrere ore liete e spensierate con una scrittura non banale e divertente.

L'ironia è infatti forse il miglior pregio di questo romanzo; usata con intelligenza per trattare temi seri e delicati come l'abbandono e la perdita. 

Margherita è una giovane donna di trentaquattro anni che ritroviamo in un letto di ospedale a seguito di un brutto incidente automobilistico. E' appena stata lasciata da un fidanzato che, "non so se ti amo più" , e non ha mai veramente superato la morte del padre, avvenuta otto anni prima.

Depressa quindi, senza alcun interesse per la vita e per le persone in genere. Scontrosa, triste e demotivata.

La sua rinascita passerà attraverso l'incontro, avvenuto proprio in ospedale, con Anna, una anziana signora vispa e impicciona che saprà toccare le giuste corde in questa improbabile quanto spassosa amicizia. 

Nonostante la grande differenza di età e di mondi da cui provengono (giovane, bella e di ottima famiglia una, anziana e di umili origini l'altra), il loro incontro segnerà per sempre le loro vite fino ad approdare ad un finale un po' scontato ma che in fondo è bello anche così.

Molto interessante il racconto della fitta corrispondenza che Anna intrattiene da  cinquant'anni con l'amore della sua vita.

Le loro vite hanno preso strade diverse ma il loro amore ha retto alla distanza, mantenuto vivo da scambi epistolari  appassionati che la Truzzi ripropone ad ogni inizio capitolo facendoci ripercorrere la loro storia.

Un racconto tutto al femminile, una bella storia di amicizia, che in fin dei conti consiglio perché qualche volta c'è bisogno del lieto fine, seppure prevedibile... non importa. A volte è necessario farsi emozionare e prendersi una pausa da letture troppo impegnative, soprattutto se , come questa, trasmettono positività e sono scritte con eleganza e ironia.

“Non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori.” (Euripide)

3/5


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