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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


Era da un po' di tempo che volevo leggere qualcosa di Lorenzo Marone.

Avevo letto recensioni molto positive per i precedenti "Magari domani resto" e "La tristezza ha il sonno leggero" ma non ho mai avuto l'occasione di approfondire la conoscenza.

All'uscita del suo ultimo "Un ragazzo normale" ho quindi deciso di buttarmi.

Purtroppo non è sbocciato l'amore, come pensavo e speravo, perché ho trovato questo romanzo senza anima.

Quello che mi ha lasciato, alla fine della lettura, è davvero troppo poco perché possa consigliarlo.

La mia sensazione è che Marone ci racconti una storia, ispirata alla sua vita, ma senza farci emozionare. Una sequenza di fatti e ricordi che non concedono mai spazio alla sorpresa, all'incanto. Mai si crea empatia con i personaggi che sono presentati, che si muovono all'interno del racconto ma ai quali non riesci proprio ad affezionarti.

Decisamente forzata la figura del protagonista, il dodicenne Mimì con la passione per la lettura e i supereroi, che parla come un libro stampato, in un italiano forbito a mio avviso troppo artificioso e che diventa a tratti stucchevole nella sua pretenziosità.

Così come la figura di Giancarlo Siani, il noto giornalista de "Il Mattino" assassinato dalla camorra nel 1985 (anno in cui è ambientato il romanzo) al quale probabilmente l'autore ha dedicato l'opera, che viene inserito nel contesto come amico di Mimì e suo supereroe ma anche questa vicenda si ammanta di troppa fastidiosa retorica.

Insomma, mi spiace molto ma come detto, non c'è stato coinvolgimento se non in alcuni frammenti di vita familiare e di ricordi legati ai "miei" favolosi anni '80.

Niente da dire sullo stile linguistico e su una innegabile capacità che però qui sembra rimanere fine a se stessa e che non riesce a rendere il libro interessante e trascinante.

La sensazione, leggendolo, è stata quella di non volerlo comunque abbandonare ma di non vedere l'ora di finirlo per poter cominciare altro di potenzialmente più interessante. L'ho letto senza concentrazione e piuttosto annoiata, lanciando sovente occhiate alla pila di libri ancora da iniziare.

Come detto, questo è il primo libro che leggo di questo autore e forse ho sbagliato la scelta; certamente ora sarà più difficile trovare la spinta per affrontare i precedenti ma in fondo una seconda opportunità non si nega a nessuno.

"Perché alla fine di quella terribile e magnifica estate capii che gli unici super poteri a disposizione di noi poveri umani sono i rapporti che riusciamo a costruirci, gli amori, le amicizie, gli affetti. Sono la qualità di queste relazioni a fare la differenza tra chi è super e chi, forse, lo è un po' meno"

2/5


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