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La Grande Bellezza


Ricordiamo perfettamente la notizia di tanti anni fa, precisamente il 1994, quando noi giovani donzelle, attonite, guardavamo in TV il viso sfigurato dal pianto di Tonya Harding, famosa pattinatrice sul ghiaccio americana, alle prese con uno scandalo che le avrebbe tagliato le ali. Non avrebbe mai più potuto pattinare subendo la radiazione a vita.

L'accusa era quella di essere stata complice dell'aggressione alla sua rivale storica Nancy Kerrigan. Le indagini seguite all'evento, riconobbero la responsabilità del suo entourage, compresa lei.

Questa è la storia che ci viene proposta in "I, Tonya", a distanza di tanti anni. Un film che in qualche modo assolve la povera Tonya, mostrandoci i restroscena di tutti gli eventi accaduti.

Tonya Harding per chi non lo sapesse, è stata la prima atleta americana ad eseguire, durante i campionati nazionali di pattinaggio artistico, un triplo axel, che per i non amanti del genere sarebbe una tripla giravolta e mezza in aria con discesa su una lama ed è considerato un salto di difficoltà altissima. Un'atleta che tra gli anni 80 e 90 è stata tra le migliori pattinatrici del mondo ma i cui meriti non sono mai stati riconosciuti completamente a causa della sua immagine un pò grezza, anticonformista, sboccata, inelegante, fuori dall'elite snob ed elitaria del pattinaggio artistico. La sua è stata una giovinezza piuttosto turbolenta anche grazie alla presenza di una madre a dir poco opprimente, anaffettiva, violenta e cinica, interpretata qui da una sontuosa Allison Janney (giustamente premiata ai Bafta Awards inglesi e condidata ai premi Oscar come migliore attrice non protagonista). Le cose non miglioreranno quando sposerà un uomo violento che a conti fatti le rovinerà la carriera mettendo in atto, in accordo con un amico, l'aggressione alla temuta rivale, in una rocambolesca serie di eventi.

Si tratta davvero di un film ben fatto del quale, al solito, consigliamo la visione in lingua originale per i motivi che ripetiamo da sempre, ed interpretato in maniera magistrale.

Della madre vi abbiamo già detto ma certamente non le è da meno la bellissima e bravissima Margot Robbie nei panni della protagonista e anche lei giustamente candidata ai prossimi premi Oscar, così come il film, che in Italia uscirà ovviamente fra un mese (e stendiamo un pietoso velo).

Un film che mette luce su una storia non chiara e forse con gli anni ingiustamente dimenticata, che ridà il giusto valore a un'atleta vittima della propria cultura, della violenza e di una provincia che non è riuscita a scrollarsi di dosso.

Una ragazza che viveva per pattinare e a cui è stato tolto tutto.

Una meraviglia anche le ambientazioni, la cura dei particolari, i vestiti, i capelli, le auto, le musiche, tutto rigorosamente anni '90.

Il regista australiano Craig Gillespie ci regala uno straordinario biopic sportivo e ci mostra un'america perfetta nella sua ipocrisia e trasandatezza.


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