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  • S.

non si giudica un libro dalla copertina


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Mi piace Hanif Kureishi, l'autore anglo-pakistano, o almeno quel poco che ho letto di suo: "Il buddha delle periferie", da molti indicato come il suo miglior romanzo.

Per cui, quando ho visto l'offerta speciale per il suo ultimo "Uno Zero", non ci ho pensato due volte e senza manco leggerne la trama ho effettuato l'acquisto.

Ma (dopo un inizio del genere c'è sempre un ma) ahimé sono rimasta delusa.

Una storia poco appetibile e ancor meno avvincente. Un po' due palle, insomma. Passa senza lasciare traccia.

Pur non essendo partita con alcuna aspettativa, scorrendo le pagine mi rendevo conto che la sola cosa positiva che mi spingeva ad andare avanti era che le pagine scorressero molto velocemente. E' un libro di sole 130 pagine, per fortuna.

La trama narra di Waldo, famoso regista di fama mondiale, ora recluso in casa su una sedia a rotelle in quanto vecchio e malato e della sua gelosia nei confronti della giovane moglie, Zee, ancora affascinante e piacente.

E' geloso, non senza ragione, di Eddie, un giornalista cinematografico o sedicente tale, un po' paraculo, senza arte né parte, interessato solo ai soldi della moglie, che con la scusa di aiutarla nella cura del marito malato, ha cominciato a frequentare la casa e a scoparsela di buon grado.

Il sospetto quindi si rivelerà fondato e Waldo, con l'aiuto di una amica, comincerà a mettere in atto il suo piano di vendetta.

Non ho letto una sola critica negativa di questo romanzo ma io l'ho trovato insopportabilmente noioso e poco intrigante.

Addirittura ho letto da qualche parte tra i consigliati dell'anno scorso, ma con tutta la bellezza letta proprio non ne comprendo il motivo.

2/5


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