In un momento di vuoto catodico (meraviglioso termine coniato da S.) e dopo mesi passati a fare zapping senza trovare nulla di davvero entusiasmante (va beh…Stranger Things a parte) scopriamo essere uscita su Netflix la seconda stagione di Easy e molto gasate (la prima c’era piaciuta tantissimo) ci siamo tuffate immediatamente in un binge watching con i fiocchi!
Per chi non la conosce, EASY è una serie antologica ambientata a Chicago, 8 puntate per stagione, 30 minuti l’una e ognuna
racconta una vicenda diversa, legata a personaggi diversi; gli stessi appaiono in più episodi, a volte come protagonisti, a volte come semplici comparse.
Non è un Drama, non è una Comedy, definiamola pure commedia agrodolce ma credeteci, farete fatica a catalogarla e forse è inutile farlo.
La recitazione e i dialoghi sono magnificamente naturalistici (buona parte del recitato è improvvisazione) e i temi affrontati i più disparati: sesso, amore, religione, femminismo, omosessualità, cultura. Parla di persone e di rapporti umani, sembra facile ma non lo è.
Una serie TV delle più intelligenti che vi possa capitare di vedere, leggera e profonda, fresca e modernissima, ogni episodio è pieno di sotto-letture e morali nascoste e ogni argomento è trattato da un punto di vista originale e “vero”.
Non c’è retorica, non c’è buonismo, è reale come la vita vera e questo è ciò che la rende davvero speciale.
Politicamente scorrettissima come piace a noi, blasfema e sconcia, è intrisa di empatia e sincerità.
Capace di aprire la mente anche ai più ottusi....se solo la guardassero.