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non si giudica un libro dalla copertina


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C'è chi in vacanza legge molto di più, chi invece legge SOLO in vacanza (ma questa è una categoria di cui è meglio non inizi a parlare).

Io in vacanza invece, per quanto il tempo libero sia molto di più non riesco mai a leggere quanto prevedo o quanto vorrei.

Ogni volta schiaccio letteralmente in valigia 5/6 libri + Kindle (va beh, magari esagero un po', lo ammetto) ma non supero quasi mai le due letture.

Il primo libro letto durante i miei pochi ma bellissimi giorni di ferie è "Un tipo a posto" di Miriam Toews, scrittrice che, ormai si sa, adoro.

Reduce dalla lettura di "I miei piccoli dispiceri" e di "Un complicato atto d'amore" ho deciso di leggere tutti i suoi lavori pur sapendo che difficilmente avrebbero eguagliato la bellezza dei due.

"Un tipo a posto" è un libro dalla trama originalissima: il sindaco di Algren, un piccola cittadina del Canada deve fare di tutto per mantenere il numero dei suoi abitanti a 1500. Non uno in più. Non uno in meno. E questo per aggiudicarsi il titolo di città più piccola e ricevere la visita del primo ministro che lui ritiene essere il suo vero padre.

Questa sua ossessione lo porterà a desiderare la morte di alcuni o dover risolvere la situazione dopo una parto trigemellare inatteso in un susseguirsi di vicende divertenti e rocambolesche.

Un libro leggero e divertente in quel modo un po' cinico tipico della Toews ma che, come dicevo, non riesce a eguagliare altri suoi lavori.

Forse il fatto di non essere autobiografico (ritengo che la scrittrice tiri fuori il suo meglio quando parla di sé e del suo inquietante e difficile passato riuscendo a ironizzare su tragedie spezzandoti il cuore con una risata) ne fa una lettura piacevole ma non toccante.

Non particolarmente divertente, né particolarmente profonda.

Ben scritto, piacevole, mi ha portato ad immaginare mentre lo leggevo, a quella che potrebbe essere la sua versione cinematografica, che non c'è ma che ci starebbe proprio.

Ne verrebbe fuori una commedia surreale, divertente e triste allo stesso tempo, di quelle che in fondo a me piacciono tanto.

Sul comodino mi aspettano a questo punto gli altri due libri di Miriam che non mancherò di leggere perché comunque ne varrà la pena, ne sono certa.

2,5/5

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