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Quanto avrei voluto non vederlo.

Si, perché mi sarebbe rimasto solo il ricordo del primo Trainspotting, capolavoro assoluto degli anni ‘90, film geniale, sovversivo, originale sotto tutti i punti di vista. Politicamente scorretto, crudo, visivamente originalissimo, intelligente.

E invece, un po’ per nostalgia, un po’ per ingenuità, ieri sera ho guardato T2 Trainspotting credendo di non rimanere delusa.

Mi dicevo “Boyle non sbaglia QUASI mai, stesso cast, stesso sceneggiatore (per fortuna Irvine Wells non ne è l'autore anche se ne ha recitato un piccolo cameo, spero inconsapevole di quello che sarebbe stato il risultato)… certo non sarà all’altezza del primo, non lo sono MAI, ma male non sarà, Boyle non può rovinare il suo capolavoro”. E invece…non so davvero da dove iniziare.

Dalla trama, direte, ma forse è meglio di no perché è a dir poco ridicola, debole, scontata.

Non ci credete? Eccola:

20 anni dopo.

Mark torna a Edimburgo non si sa bene perché, ora fa il contabile, è sposato e vive ad Amsterdam.

Dopo un cenno di saluto al padre vedovo, va a trovare “Spud” (ancora alle prese con la dipendenza da eroina) e lo trova agonizzante sul pavimento con un sacchetto intorno al collo.

Gli salva la vita appena in tempo (forse l'unica scena davvero bella del film) e come niente fosse si mettono a chiacchierare del più e del meno.

Subito dopo va da “Sick boy” che gestisce un locale in via di fallimento e vive di piccole truffe che organizza con Veronica, prostituta dell’est.

Un breve scambio di battute tra i due e via di cazzotti e cazzotti; Mark sviene e al risveglio consegna all’ex amico 4000 sterline per chiudere il debito in sospeso e fa per tornare ad Amsterdam ma cambierà idea subito grazie a un paio di ricordi di loro da ragazzi.

Nel frattempo, in prigione, Begbie riesce ad evadere e, tornato in città, si rimette sulle tracce dell’amico di cui vendicarsi.

Mark, che fino a un minuto prima era l’emblema del bravo ragazzo, lo ritroviamo con Sick a derubare vecchiette, a bucarsi e a investire con lui sull'apertura di un bordello clandestino.

Al contempo però  si dedica anche alla riabilitazione di Spud portandolo a fare jogging ed elargendo saggezza da diario delle medie.

Che dire… un susseguirsi di scene tenute insieme  con lo scotch, pensate con l'unico fine di collegarsi, ogni 5 minuti, a flash back del primo film (no, dai). Dialoghi imbarazzanti, una storia d’amore davvero inutile e a dir poco fastidiosa e un finale buonista e scontato.

Un film scritto e girato esclusivamente per un pubblico di malinconici che, se hanno davvero amato il primo, non possono che essere rimasti sgomenti davanti a questo. 

Davvero un brutto prodotto, sotto tutti i punti di vista.

Se devo proprio salvare qualcosa... la colonna sonora non è male ( anche se neanche lontanamente all'altezza della prima) e Ewan McGregor, attore mostruosamente bravo, capace di ripetere la stessa rotolata sul parabrezza e lo stesso balletto da tossico anni 90.

Ah, dimenticavo. Il monologo. Quel monologo meraviglioso che davvero, davvero non si tocca.

Che non c’era bisogno di ricordare o attualizzare. Non così, non infilato a caso in una chiacchierata a tavolino.

No No No.

Per chi se l'è scordato, è questo: 

"Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?"


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