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S.

non si giudica un libro dalla copertina


"Il posto": mi mancava questo libro per completare la trilogia autobiografica della Ernaux e, come un disco rotto, ripeto i soliti aggettivi: efficace, sublime, elegante.

Continuo a pensare che "Gli anni" sia stato il suo libro più riuscito ma anche questa piccola perla mi ha regalato grandi emozioni.

Il primo dei tre romanzi autobiografici, scritto nel 1983 a seguito della morte del padre e uscito in Italia trent'anni dopo grazie a L'Orma Editore, che le fa vincere diversi premi e la consacra nell'olimpo dei grandi scrittori francesi; un delicato e intenso ricordo del padre, del loro rapporto spesso contrastante che alla base ha però sempre avuto un grande amore.

Qualche critica Le rimprovera di avere una scrittura asettica e distaccata, troppo fredda. Io amo questo stile che trovo invece essenziale, diretto e non meno efficace; arriva dritta al cuore, affilata e sincera.

Come al solito ripercorrendo situazioni e ricordi del passato, mi ha fatto tuffare in quell'epoca, la Francia degli inizi del novecento, e scavare nei ricordi, spostando la memoria al tempo in cui, piccola giacometta, altro non volevo che l'attenzione di mio padre. Altro non desideravo che starmene sulle sue gambe a sentirlo raccontare delle sue storie di ragazzo. Un amore incondizionato che negli anni non ha perso di intensità ma che ovviamente si è scontrato con la maturità, con la rabbia per scelte non condivise e non comprese e con la lucidità dell'età adulta.

La sua bravura sta proprio in questo farti scavare e cercare la tua storia nella sua. Ti offre sempre grandi spunti di riflessione e di ricerca di situazioni e sentimenti nascosti o sopiti.

Lei non ha ricevuto le cure e l'attenzione che una figlia si aspetta dal padre. Altri tempi, necessità più urgenti e un carattere spigoloso e scostante. Lo racconta scandagliando la sua personalità fredda e distaccata, con tenerezza e lucidità e trasmette amore per quei genitori che per tanto tempo ha sentito distanti e che con grande onestà ha valutato tanti anni più tardi quando la giusta distanza le ha permesso di essere lucida e razionale. Quanto amore si respira comunque, seppur nella difficoltà del non dialogo, nell' appartenenza a mondi e modi così distanti e quanta tenerezza esprime nel raccontare, quando ormai il padre è deceduto, di piccoli gesti e di momenti condivisi che rimarranno sempre indelebili nel suo cuore e che cancellano anni di incomprensione e lontananza.

Chapeau.

" Volevo dire, scrivere riguardo a mio padre, alla sua vita, e a questa distanza che si è creata durante l'adolescenza tra lui e me. Una distanza di classe, ma particolare, che non ha nome. Come dell'amore separato"

4,5/5


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