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I LOVE DICK

20 anni fa la scrittrice e filmmaker Chris Kraus pubblicava un volume intitolato "I Love Dick".

È la storia di una donna, Chris, che si infatua di un critico d’arte, Dick, conosciuto durante una cena a cui è presente anche il marito, Sylvere. Gran parte del libro si sviluppa sotto forma di lettere che Chris scrive a Dick, utilizza persone realmente esistenti e usa il pretesto di un’ossessione amorosa per parlare della propria identità sessuale e intellettuale.

"Dick" è anche un modo con cui gli anglosassoni chiamano volgarmente il pene...e insomma, il doppio senso è abbastanza chiaro a tutti.

Nel '97 il libro vende pochissime copie ma poi, nel 2015 viene rieditato con una copertina accattivante e non si sa per quale insondabile motivo diventa immediatamente un cult; fotografato e letto da donne di tutte le età che ne fanno nel giro di poco tempo un libro simbolo del nuovo femminismo.

«il libro più importante dell’ultimo secolo che riguarda il rapporto tra uomini e donne», lo definisce Emily Gouldon sul Guardian.

Ma oggi non vi parliamo del libro, che in Italia arriverà fra pochi giorni edito da NeriPozza, ma della serie TV prodotta da Amazon e firmata da Jill Soloway, ideatrice di TRANSPARENT (di cui abbiamo già parlato qua) che ci ha travolte, costringendoci a un

binge watching obbligatorio.

La trama segue quella del libro, ma in questo caso ambientata a MARFA, luogo sperduto nel nulla desertico del Texas Occidentale dove in realtà si trova un insospettabile connubio di arte e modernità .

Chris e Sylvere, coppia intellettuale newyorkese, partono dalla grande mela per trasferirsi a Marfa per motivi di lavoro.

Lui, studioso dell'Olocausto, è invitato a tenere un corso all'istituto della città, lei regista frustrata con un film in concorso a Venezia, che colleziona un fallimento dopo l'altro, decide di accompagnarlo.

Appena arrivati a Marfa fanno la conoscenza di Dick, artista cowboy carismatico e silenzioso (un affascinante Kevin Bacon che negli anni è solo migliorato e che trasuda sensualità da ogni poro) e se ne infatuano.

Chris inizierà a scrivere una serie di lettere a lui dedicate che, a parte diventare un vero e proprio progetto artistico, serviranno alla coppia per dare una svolta alla loro intimità assopita da tempo. Ma Dick diventerà a tal punto un' ossessione da riuscire a portare entrambi a confrontarsi con i loro desideri, a riflettere sul significato di amore e di coppia; metteranno in discussione il loro concetto di monogamia dando vita ad un intenso gioco di seduzione, condito da satira e ironia, che si concentrerà soprattutto sulla concezione femminile di piacere.

Marginali ma indispensabili 3 personaggi femminili che anche loro, in modi differenti, hanno vissuto l'ossessione per Dick e intraprendono un percorso di liberazione e consapevolezza del loro essere donna.

La Soloway dice, interrogata su come, una protagonista così fallimentare e dipendente dalle figure maschili, potrebbe essere accolta dal pubblico:

“una volta individuato il percorso all’ interno della serie, si trova questa cellula dormiente femminista, questo grido selvaggio che racconta come ci si sente a essere una donna“.

Noi, donne e femministe, possiamo dire tranquillamente che I LOVE DICK è in assoluto un omaggio alla femminilità, alla libertà di pensiero, all'accettazione di se stessi e degli altri, all'importanza dell'espressione artistica, alla sessualità libera e senza tabù.

Poche volte nella vita hai la sensazione che una cosa sia stata pensata appositamente per te, come un vestito che ti hanno cucito addosso.

Questa è una di quelle volte.

Consigliamo a tutti, non solo alle donne ( perché come dice Chimamanda Ngozi Adichie :"Dovremmo essere tutti femministi") di guardarlo, perché davanti a una cosa così intelligente, lo si può diventare tutti un po' di più.


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