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Non si giudica un libro dalla copertina.

  • Immagine del redattore: C.
    C.
  • 12 gen 2024
  • Tempo di lettura: 2 min


Ho iniziato questo nuovo anno con un paio di buoni propositi… lo so, non sono molti ma ho cercato di essere realista. Uno di questi è quello di scrivere di più (si sa mai che a forza di farlo diventi anche bravina, magari) e inizio facendolo di una lettura molto particolare.


Sistema nervoso in costruzione” è una strana e meravigliosa creatura scaturita dalla penna di Margo Jefferson (Premio Pulitzer per la critica nel 1995 e Vincitrice del National Book Critics Circle Award nel 2015 con “Negroland”).

Definito dai più un memoir, è anche saggio, testo critico, è tanta roba ma soprattutto è molto bello. Per capire meglio di cosa si tratta ci viene in aiuto la scrittrice:

“Ho immaginato un sistema nervoso. Ma non quello biologico comune. Più un assemblaggio. Il mio sistema nervoso è una struttura di pensieri, ricordi, sentimenti, sensazioni e parole ricombinanti”.


Ed è proprio così, ogni pagina è una sorpresa, un viaggio nella sua vita e in quella delle molte persone a lei vicine o lontane, che l’hanno da sempre affascinata e formata: i suoi genitori, la nonna materna, luminari del jazz, scrittori, artisti, atleti, celebrità.  

Fondendo critica e ricordi personali li riporta tutti sulla carta e attraverso le loro storie racconta la sua e quella di un popolo intero. Si parla di arte, di jazz, di letteratura, di  orgoglio nero e oppressioni e quasi magicamente riesce a incastrare tutto e far funzionare un libro veramente fuori dagli schemi.

Una libro molto colto che non arriva a emozionare davvero, che parla più al cervello che al cuore; cosa di cui però, a ben vedere, la Jefferson deve andare fiera.


"Decorerò le decorazioni disponibili.

Decorerò le privazioni."


Una lettura che può apparire spiazzante e distaccata ma colma di significati profondi e riflessioni indispensabili.

Se come me ti piace ciò che ti mette alla prova e ti rende migliore, questo è un libro da leggere.



4/5


🎶 ho scritto ascoltando

"Summertime" di Ella Fitzgerald


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