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C.

non si giudica un libro dalla copertina


"Questo libro? È per voi. È l’acqua in cui ho tracciato un percorso.

Non sparo stronzate quando lo dico. Entrate. L’acqua vi accoglierà."


Questo libro, è vero, Lydia Yuknavitch, lo ha scritto soprattutto per il lettore, a cui parla direttamente, che prende in giro e coinvolge, che mette al centro della narrazione.

Ma lo ha scritto anche per sé, per raccontare, cercando di demonizzarla, la sua storia, fatta di dolore, violenza, dipendenze e debolezze.

"La cronologia dell'acqua" nasce molti anni fa come breve racconto che la scrittrice scrive quando studia letteratura e grazie al quale capisce che nella vita può scrivere ma che tiene fermo lì e che solo molti anni dopo, avrà la forza di trasformare in questo meraviglioso, straziante e disturbante memoir.

A dettare la "cronologia" del racconto, che non segue una narrazione lineare, è l'acqua (e da qui il meraviglioso titolo), elemento nel quale la scrittrice fin da piccola si rifugia, nel quale scopre di avere un grande talento (sarà nuotatrice professionista per anni) e un luogo sicuro per il resto della sua vita.


"Nell'acqua, come nei libri, puoi abbandonare la tua vita."


È difficile spiegare la miriade di sentimenti e reazioni che questa storia mi ha provocato, mi ha fatto piangere, arrabbiare, a tratti mi ha letteralmente sconvolto.

L'autrice è brutale e di un'onestà spiazzante nel raccontare i dolori più atroci subiti: dal lutto per la figlia nata morta, alle violenze subite dal padre, alla disperata discesa verso il fondo, a una quasi volontaria autodistruzione.

Un libro che sconvolge ma che dà speranza, buio ma al contempo luminoso, un libro sull'importanza dell'arte nella vita, talmente importante da potertela salvare e sull'importanza della famiglia, quella che decidi sia la tua.

Una storia di sopravvivenza e di rinascita.


"Sentite, vi vedo. Se siete come me. Non meritate la maggior parte di ciò che vi è successo o vi succederà. Ma c’è qualcosa che posso offrirvi. Chiunque siate. Là fuori. Per quanta sia la solitudine, non siete soli. C’è un’altra specie di amore.

È l’amore dell’arte. Perché io credo nell’arte come altri credono in dio. Nell’arte ho incontrato un esercito di persone–una tribù che offre buona compagnia e coraggio e speranza.

Nei libri e nei quadri e nella musica e nei film. Questo libro? È per voi.

È l’acqua in cui ho tracciato un percorso. Non sparo stronzate quando lo dico.

Entrate. L’acqua vi accoglierà."


Solo una parola, bellissimo.

5/5

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