"Perché il tramonto, come la sopravvivenza, esiste solo nel momento in cui sta per sparire. Per essere bellissimi e risplendere su questa terra, prima qualcuno deve vederci, ma essere visti significa essere prede."
A parte avere uno dei titoli più belli di sempre, “Brevemente risplendiamo sulla terra”, è uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Scritto dal giovane talento Ocean Vuong, il libro è difficilmente catalogabile: è romanzo, è memoir, è autofiction, è poesia.
Il giovane scrittore infatti, viene proprio dalla poesia, suo primo amore con cui si fa conoscere vincendo diversi premi e approda alla narrativa con questo testo che è tutto: forma e contenuti, ma soprattutto, sentimento.
"Mi manchi più di quanto io riesca a ricordarti."
A parlare è Little Dog (soprannome datogli dalla madre e dalla nonna per proteggerlo dagli spiriti maligni), protagonista di questa lunga lettera-confessione che rivolge alla madre e attraverso la quale ripercorre il loro passato e il loro difficile rapporto, in cui parla dell’America ma anche del Vietnam (loro terra di origine), della storia della sua famiglia attraverso i ricordi della nonna e soprattutto le svela ciò che è diventato e perché.
Consapevole che la madre non la leggerà mai, essendosi sempre rifiutata di imparare la lingua inglese perché troppo impegnata a lavorare per poterlo mantenere, Little Dog si apre completamente arrivando a parlare della scoperta della sua sessualità e del suo primo amore, Trevor. C'è, quindi, l'esigenza di confessarsi ma anche quella di nascondersi; un libro che ha nella confessione stessa il potere salvifico di cui il protagonista ha bisogno.
"Trevor con una cicatrice a forma di virgola sul collo, sintassi perfetta per cosa viene dopo cosa viene dopo cosa viene dopo."
Un grandioso romanzo di formazione che mette a confronto tre generazioni e in cui si parla di memoria, dolore, crescita, accettazione e identità. Un omaggio alle due donne della sua vita che riesce a descrive con una tale profondità e spietatezza da lasciare senza parole.
"Senza muovere la testa mi guardi proprio come una madre guarda ogni cosa:
troppo a lungo."
Durante la lettura è stato come trovarmi costantemente davanti a uno specchio a fare i conti con ciò che stavo provando, che fossero sentimenti nuovi o vecchie ferite che rischiavano di riaprirsi perché, nel raccontare la sua personalissima storia, Vuong riesce a toccare quella di ognuno di noi, fatta di rapporti difficili, insicurezze, accettazione, desiderio e vergogna riuscendo a smuovere qualcosa che non è semplicemente commozione, ma è un misto di ammirazione, scoperta e gratitudine.
Un libro sul coraggio di raccontarsi per riscattare il silenzio di non essere ascoltati, che rivela l’intensità e la grazia della scrittura di Vuong che pagina dopo pagina diventa poesia, delicata e armoniosa, musicale e profonda.
Un libro che non dimenticherò.
Mai.
5/5
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