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  • S.

Non si giudica un libro dalla copertina.



"In italiano abbiamo solo la parola ”tempo”. Gli inglesi, oltre a ”time”, hanno ”tense” e ”weather”. Allora, siccome Michela Murgia se ne andrà prima del tempo, perché non c’è tempo, e perché, come sappiamo tutti, essendo stati bambini, è difficile coniugare i verbi “tense”, allora oggi per Michela usiamo il tempo atmosferico: così domani pioverà Michela Murgia, o splenderà Michela Murgia, o Michela Murgia sarà… ventosa o nebbiosa, spesso afosa, ogni tanto fresca e ventilata. C’è tanto weather per Michela Murgia e tutti noi."


Inizio con la fine del discorso che Chiara Valerio ha fatto al funerale di Michela Murgia, l'agosto scorso.

Tanto ho sofferto in quei giorni, e tanto soffro ora nel leggere le sue parole in questo saggio postumo, che raccoglie in parte suoi post, scritti e pensieri come al solito di una lucidità e precisione da far piangere. Ancora e ancora, soprattutto pensando che non c'è più e che non avremo mai più a disposizione la sua voce, il suo pensiero, che sono sempre stati, per me, come ossigeno. Ci rimangono le sue parole, i suoi libri, i suoi video, certo, ma manca e mancherà il sapere di non avere più un'alleata, un'amica con un punto di vista esemplare e onesto, che mi ha sempre rappresentata. L'ho letto immaginando che me lo leggesse lei, con la sua voce squillante e animosa e con la sua intelligente ironia, e sono stata colpita da una grande malinconia.


Su un argomento soltanto non siamo mai andate d'accordo, ed è la sua fede cristiana: ho sempre trovato incoerente e inspiegabile come potesse far combaciare il suo pensiero radicale e libertario con la fede cristiana. No, mai sono riuscita a capire il suo punto di vista, che invece per qualsiasi altro argomento mi trovava dalla sua parte e sua eterna discepola.


Il suo attivismo ha spronato anche le più dormienti di noi e questo rimarrà per sempre, ma io mi sento menomata, mi sento che mi è stato tolto troppo tempo per ascoltarla, leggerla, commentarla.


Un libro questo che la vede sempre e nonostante tutto combattiva, diretta, senza esitazioni. Parole dure contro la retorica della famiglia tradizionale, parole che, queste sì, per fortuna rimarranno. Un libro che oltretutto mi riguarda molto. Da donna che non ha avuto figli biologici, mi ritrovo pienamente nelle sue parole, come sempre ineccepibili.

Maternità e gravidanza, famiglia e sangue: costruire legami altri, relazioni oltre i ruoli.


«Forse la mia vocazione a essere me consiste proprio nel domandarmi... chi sia una madre e mai di chi sia; nel non rassegnarmi all’idea di famiglia a cui mi avrebbero destinata la mera biologia e le leggi dello Stato».


Ennesimo e ultimo regalo di una donna immensa che ci è stata strappata con violenza ma che continueremo a portare a simbolo di una lotta per i diritti delle donne e non solo.


«La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino»


Voto: 5/5

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