Lo dico subito, non mi è piaciuto.
E se avessi dovuto acquistarlo giudicandolo dalla copertina, lo avrei lasciato comodo comodo sul suo scaffale. Orrenda!
A mia discolpa posso dire che mi è stato regalato sollevandomi così da un lieve senso di colpa per averlo acquistato.
Sono sempre stata sfortunata con i romanzi gialli perché non è che proprio non mi piacciano, è che non ho mai trovato quello che mi ha fatto saltare dalla sedia.
E questo, nonostante un inizio promettente, men che meno.
Una buona scrittura, scorrevole e con descrizioni molto accurate dei luoghi e dei personaggi.
Ottima l'alternanza tra passato e presente. Ottimo l'inizio, che ti lascia a bocca aperta per la vicenda che, pronti via, entra subito nel vivo, ma poi tutto scade nel prevedibile e 500 pagine sono sembrate infinite.
Non c'è stato seguito al buon inizio: tutto è diventato troppo prolisso e inutilmente complicato.
Ne sarebbero bastate probabilmente la metà, di pagine, per una storia che l'autore francese riesce ad ingarbugliare ben bene con intrecci e incastri al solo scopo di riempire per poi usare l'accetta per personaggi e situazioni che avrebbero meritato più approfondimento.
Ci mancava solo il finale aggiusta tutto (anche questo infinito) a rovinare una lettura che già aveva raggiunto momenti di noia inenarrabili. Sfiora quasi il ridicolo, anzi lo centra, cercando nel finale un colpo di scena che non trova.
E poi diciamolo, va beh non scomodarsi a cercare una chiusura plausibile e quantomeno decente, va beh mandare tutto in vacca con il più classico dei finali buonisti in cui si salvano tutti e muore il cattivo ma qui è tutto improbabile se non addirittura irritante.
Je suis désolè, Michel.
Tempo perso.
Rimane quindi la mia titubanza nell'approccio ai libri gialli, in attesa del colpo di fulmine.
2/5