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S.

non si giudica un libro dalla copertina


michel-bussi-tempo-assassino

Lo dico subito, non mi è piaciuto.

E se avessi dovuto acquistarlo giudicandolo dalla copertina, lo avrei lasciato comodo comodo sul suo scaffale. Orrenda!

A mia discolpa posso dire che mi è stato regalato sollevandomi così da un lieve senso di colpa per averlo acquistato.

Sono sempre stata sfortunata con i romanzi gialli perché non è che proprio non mi piacciano, è che non ho mai trovato quello che mi ha fatto saltare dalla sedia.

E questo, nonostante un inizio promettente, men che meno.

Una buona scrittura, scorrevole e con descrizioni molto accurate dei luoghi e dei personaggi.

Ottima l'alternanza tra passato e presente. Ottimo l'inizio, che ti lascia a bocca aperta per la vicenda che, pronti via, entra subito nel vivo, ma poi tutto scade nel prevedibile e 500 pagine sono sembrate infinite.

Non c'è stato seguito al buon inizio: tutto è diventato troppo prolisso e inutilmente complicato.

Ne sarebbero bastate probabilmente la metà, di pagine, per una storia che l'autore francese riesce ad ingarbugliare ben bene con intrecci e incastri al solo scopo di riempire per poi usare l'accetta per personaggi e situazioni che avrebbero meritato più approfondimento.

Ci mancava solo il finale aggiusta tutto (anche questo infinito) a rovinare una lettura che già aveva raggiunto momenti di noia inenarrabili. Sfiora quasi il ridicolo, anzi lo centra, cercando nel finale un colpo di scena che non trova.

E poi diciamolo, va beh non scomodarsi a cercare una chiusura plausibile e quantomeno decente, va beh mandare tutto in vacca con il più classico dei finali buonisti in cui si salvano tutti e muore il cattivo ma qui è tutto improbabile se non addirittura irritante.

Je suis désolè, Michel.

Tempo perso.

Rimane quindi la mia titubanza nell'approccio ai libri gialli, in attesa del colpo di fulmine.

2/5

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