Fare la recensione di un libro di oltre 700 pagine mette sempre un po’ di timore, soprattutto se è un libro di cui si hanno aspettative altissime.
È IL NIX, primo romanzo dello scrittore americano Nathan Hill, diventato un caso editoriale prima ancora della pubblicazione.
Osannato dalle maggiori riviste americane e dalla critica, ha già vinto diversi premi e pare sia già in cantiere una mini serie tratta dallo stesso che porterà la firma di J.J.Abrams e vedrà Meryl Streep recitare sul piccolo schermo.
In effetti sembra scritto per quello, per essere "recitato".
Ma di cosa parla? E cos’è un Nix?
Quando aveva nove anni, a Samuel la madre racconta la leggenda norvegese del Nix, leggenda che a sua volta le fu raccontata dal padre e che, in qualche modo, la cambiò e ne influenzò la vita. Il Nix è uno spirito che può assumere forme diverse e che ogni tanto appare con le sembianze di un grande cavallo bianco per rapire i bambini; uno strano incantesimo che separa chi si vuole bene: il Nix è qualcuno che credi di amare.
"Di chiunque ti innamori prima di essere adulto, probabilmente è un Nix"
Samuel adesso però è grande e, dopo un breve successo come scrittore, insegna letteratura inglese in un college di Chicago e passa le notti uccidendo draghi e orchi in un gioco di ruolo online.
Abbandonato dalla madre all’età di undici anni con le uniche parole “me ne vado per un po’, non avere paura”, viene ora a sapere che la donna accusata di aver lanciato pietre contro il candidato repubblicano alla presidenza è proprio sua madre, Faye Andersen, che non vede da 20 anni.
Contattato dall'avvocato di lei allo scopo di fargli scrivere una lettera capace di scagionarla davanti a un giudice e allo stesso tempo dal suo editore che vorrebbe ne scrivesse la biografia negativa, Samuel rivedrà sua madre, rivivrà il suo passato, cercherà di scoprire chi è stata e cosa le è successo ma soprattutto perchè lo ha abbandonato.
I continui flashback rivelano pian piano la storia, la verità e daranno risposte ad interrogativi che Hill è bravissimo a non svelare subito.
Attraverso passaggi temporali e cambi di registro e scrittura, Nathan Hill ci fa vivere una storia avvincente e a tratti molto originale.
Si passerà dal 1968 al 2011, attraverso Chicago, New York, l'Iowa e persino la Norvegia.
Tra alti altissimi e bassi (l'inizio è folgorante così come alcuni capitoli ma poi la narrazione subisce dei cali) si resta comunque e costantemente incollati alla storia in attesa di un finale che svelerà mille dubbi e chiuderà storie aperte in precedenza.
Un finale a nostro avviso un po' sbrigativo e fin troppo buonista ma notevole come intreccio e risoluzione.
Il Nix ci ricorda l’importanza d’interrogarci sulla vera natura delle persone perché
“la comprensione è sempre più difficile del semplice odio. Ma ti allarga la vita.” e ci fa riflettere sulla complessità dei rapporti umani.
4/5