TENERO ADDIO
Alla soglia dei settantanni Addie riesce a trovare il coraggio di chiedere al suo vicino di casa, Louis, di andare a dormire da lei, per farsi compagnia, per parlare e scambiarsi ricordi e segreti di una vita.
Sono entrambi vedovi e percepiscono in questa nuova avventura una speranza e una felicità inaspettate; l'urgenza e la necessità di avere accanto una persona con cui essere semplicemente se stessi.
"Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire. Le notti sono la cosa peggiore, non trovi?"
Questo romanzo breve, che è quasi un racconto, ha una visione romantica delle condizioni in cui si ritrovano persone anziane, sole, alla fine della loro vita. Tenero e romantico.
Quello che mi ha lasciato dubbi è stato un senso di inappagamento, la mancanza come di qualcosa, per un finale che mi è parso un pò tirato via...
Poi leggo che Haruf lo ha praticamente scritto in punto di morte e capisco l'urgenza di finire, la mancanza di tempo.
Comunque questa scrittura essenziale e asciutta non mi dispiace affatto. Mi piace la prosa diretta e senza fronzoli. Mi è mancato un po' di coinvolgimento finale e certe situazioni forzate (vedi alla voce "figlio egoista"), ma senz'altro una piccola perla.
"Amo questo mondo fisico. Amo questa vita insieme a te. E il vento e la campagna. Il cortile. La ghiaia sul vialetto. L'erba. Le notti fresche. Stare a letto al buio a parlare con te"
4/5