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  • C.

non si giudica un libro dalla copertina


«Un libro generoso, musicale nella prosa e ampio in struttura e portata, sul diventare grandi e sulla natura essenziale dell’amore»

Questa è la motivazione che la giuria del Premio Pulitzer ha espresso sulla scelta di “Less” di Andrew Sean Greer, come miglior libro di narrativa 2018. Michael Cunningham (Pulitzer 1999 per “Le ore”) ha scritto un bellissimo articolo sul perché il premio è più che meritato; vorrei riportarlo tutto, il testo di Cunningham, ma poi il mio post risulterebbe inutile per cui rubo solo una frase, che condivido a pieno, che è : “I giurati hanno agito bene: perché un libro comico è un libro serio (e questo è bellissimo)".

Less è infatti una bellissima commedia romantica, la definirei tragicomica, una satira sul tipico occidentale all’estero, una riflessione sul tempo e sul cuore dell’uomo. Il protagonista, Arthur Less, uno scrittore semi-fallito sulla soglia dei cinquant’anni viene lasciato dal suo fidanzato, a cui è stato legato per nove anni, che sta per sposare un altro. Viene invitato al loro matrimonio a cui però non vuole andare perché sarebbe troppo strano e non vuole rifiutare perché sembrerebbe una sconfitta. Approfitta allora di una serie di improbabili inviti da festival ed editori di tutto il mondo e decide di accettarli tutti partendo per una specie di folle e fantasioso giro del mondo in 80 giorni che lo porterà in Messico, Francia, Germania, Italia, Marocco, India e Giappone, riuscendo a frapporre migliaia di chilometri tra lui e i problemi che si rifiuta di affrontare. In un giorno e in un luogo imprecisati poi, Less compirà i fatidici cinquant’anni: questa seconda fase della vita gli arriverà addosso come un missile, trascinando con sé il suo primo amore e anche l’ultimo.

“È strano avere quasi cinquant’anni, no? A me pare di aver appena capito come essere giovane.”

La storia è narrata in terza persona da una voce che si paleserà soltanto all'ultimo capitolo, in un finale onirico e poetico dove Less rivive il suo passato e lontani ricordi che dovrà lasciare andare e che lo legano a un idea di sé di cui si deve svestire.

Sfondare quel “muro di carta” che lo blocca e andare avanti.

“È vero che le cose possono andare avanti finché si muore. E che la gente usa lo stesso vecchio tavolo, anche se cade a pezzi ed è già stato aggiustato mille volte, solo perché era della nonna. È così che le città diventano città fantasma.

E che le case diventano depositi di ciarpame. E io penso che sia anche così che la gente invecchia.”

Un libro solo apparentemente leggero ma profondo nel senso di ogni parola e situazione, che riflette sulla forza e i limiti dell'amore, sulla vecchiaia e la morte, sul significato stesso di amore (senza distinzione di genere).

“I poeti ne scrivono, se ne sente raccontare, gli italiani lo chiamano ‘colpo di fulmine’.

Ma sappiamo benissimo che il grande amore della vita non esiste. L’amore non è una cosa estrema come quella.

È portare fuori il cazzo di cane così l’altro può continuare a dormire, è fare la dichiarazione dei redditi, è pulire il bagno senza prendersela. È avere un alleato nella vita. Non è fuoco né fiamme né fulmini."

Sicuramente la traduzione in italiano, per quanto ben fatta, omette per forza di cose diversi "giochi di parole" che nascono tutti dal significato del nome del protagonista, Less: partendo da “Swift” (il cognome del personaggio del romanzo che sta scrivendo), alle storpiature con cui viene accolto nei vari aeroporti:"Dr.Ess" e "Sr.Ess", fino alla declinazione come aggettivo in "lessiano".

Less, parola che porrà anche fine al romanzo, in una bellissima frase in cui si racchiude il senso di tutto:

“Dopo aver scelto il sentiero voluto da altri, l’uomo che andava bene, la via facile, dopo aver avuto tutto questo tra le mani e averlo rifiutato, che cosa voglio io dalla vita? La mia risposta è: “Less!”

Perché forse è “meno” quello che dovremmo cercare tutti, ciò di cui davvero abbiamo bisogno.

4/5


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