Un nuovo nome per questa rubrica, "C'è chi dice BOH", pensata appositamente per questo post, nel quale vi raccontiamo di 3 serie TV appena viste e per le quali, appunto, non siamo né entusiaste, né indifferenti. Un NI', insomma. O meglio, un Boh!?
Ma di cosa stiamo parlando? Andiamo con ordine.
Partiamo dalla peggiore che, questa sì, avrebbe potuto finire in un bel "C'è chi dice un GROSSO no".
Si tratta di "HANNAH" , serie statunitense di otto puntate, in onda su Amazon, tratta dall'omonimo film del 2011.
Brevemente... si tratta della storia di Hannah, adolescente orfana di madre che è costretta a crescere insieme al padre in una foresta dell'Europa dell'Est. Qui viene istruita a diventare una macchina da guerra, per potersi difendere dai cattivi che le danno la caccia da quando è nata. Il padre le insegna anche nozioni di storia, geografia, e un'infarinata di cultura generale.
Cresce quindi isolata dal mondo fino all'età dell'adolescenza, quando si troveranno costretti a scappare per tutta Europa, in fuga dai pericolosi Agenti CIA che li braccano.
Dobbiamo dire che le prime due puntate sono un ottimo inizio. Ti incollano allo schermo con discreto interesse, fino a quando la ragazzina non esce di sua spontanea volontà dal bosco (limite oltre il quale il padre le aveva intimato di non andare) e incontra guarda caso un ragazzino dolcissimo della sua età che subito le fa sentire quanto è buona la cioccolata.
Le premesse quindi c'erano tutte, ma sviluppate malissimo perché qui partono una serie di accadimenti piuttosto banali accompagnati da una sceneggiatura debole e scontata.
Dopo alcuni momenti di disorientamento (troppo pochi), Hannah sembra cavarsela piuttosto bene in ogni situazione.
Una serie che mescola troppi generi: thriller, action, teen drama, spy story... senza approfondirne nessuno.
Troppi dialoghi ripetitivi e inutili, troppi lunghissimi primi piani di una noia mortale, la protagonista sempre troppo uguale dall'inizio alla fine. E poi c'è tantissima noia. Finito per inerzia.
VOTO: 4
La seconda serie di cui vogliamo parlarvi è "Special", in onda su Netflix, che ha un tempo totale di piacevolissima visione di circa 2 ore (otto puntate di 15 minuti circa l'una).
In questo caso siamo molto più propense a consigliarlo e il nostro BOH è relativo solamente ad una fine un po' sbrigativa e troncata sul più bello.
Opera prima di Ryan O'Connell, creatore della serie tratta dal suo libro autobiografico, che si cimenta in questo caso come attore di se stesso. Scopriamo con gioia anche il nome del produttore: Jim Parsons (lo "Sheldon" della divertentissima The Big Bang Theory) anche lui gay dichiarato.
La storia è quella di un ragazzo gay affetto da una lieve paralisi cerebrale che, a seguito di un incidente d'auto, ha la possibilità di svolgere un tirocinio da blogger presso una rivista online. Stufo di dover dare spiegazioni sulla sua disabilità, racconta ai colleghi che i suoi problemi fisici sono dovuti a questo incidente, nascondendo loro la verità sul suo stato.
Ryan è un ragazzo dolce che vive con la madre iper apprensiva (forse il personaggio più azzeccato della serie), senza amici e ancora vergine e durante le 2 ore di visione ci porta nel suo mondo. Lo vediamo alle prese con il primo rapporto sessuale, il primo innamoramento, l'amicizia con una collega e la maturità emotiva che lo porterà ad abbandonare la casa materna.
A tratti molto dolce e divertente ma forse mancante di quel qualcosa in più di davvero nuovo. Poi, sul più bello, la serie si chiude
(speriamo ovviamente in una seconda stagione non ancora annunciata) lasciandoti con quella sensazione di essere stata bene ma di non aver davvero goduto.
VOTO: 7
Terza e ultima serie di cui vi parliamo è "Forever" , una comedy in dieci puntate in onda su Amazon Prime.
Oscar e June si conoscono a un bancone di un bar, si innamorano, si sposano e iniziano la loro vita da marito e moglie, condita da quella intesa fisica e psicologica tanto cercata.
Inizialmente trovano certezze e rassicurazioni nella loro inquietante routine, ma poi con il passare degli anni qualcosa si incrina e, soprattutto June, cercherà di cambiare la monotonia delle loro scelte. Per esempio cambiando il luogo delle loro vacanze.
Succederà quindi, già alla seconda puntata, qualcosa di totalmente spiazzante (tranquilli, no spoiler) che vi obbligherà a continuare a guardare la serie fino alla fine. Ti terrà sì incollato ma più per capire dove vuole andare a parare che per mordente, che manca decisamente. Gli spunti di riflessione ci sono: il matrimonio, il senso della vita, la realizzazione personale... ma non approda davvero da nessuna parte.
I due attori (Maya Rudolph e Fred Armisen) sono bravi, anche se a noi piacciono il giusto (menzione speciale alla Keener che è sempre un bomba) e il tutto è originale ma la noia a tratti è davvero troppa. Che non sia quello il vero argomento? La noia?
Sufficienza meritata ma nulla di più.
VOTO: 6